Ripristinare ecosistemi acqua dolce

Il quadro giuridico dell’UE in materia di acque è ambizioso ma l’attuazione è in ritardo e il controllo dell’applicazione deve essere rafforzato. Al fine di conseguire gli obiettivi della direttiva quadro sulle acque occorre adoperarsi di più per ristabilire gli ecosistemi di acqua dolce e le funzioni naturali dei fiumi. Uno dei modi per farlo consiste nell’eliminare o adeguare le barriere che impediscono il passaggio dei pesci migratori e nel migliorare il flusso libero dei sedimenti: s’intende così ristabilire lo scorrimento libero di almeno 25 000 km di fiumi entro il 2030 eliminando principalmente le barriere obsolete e ripristinando le pianure alluvionali.

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Soluzioni a somma positiva per la produzione di energia

Per raggiungere la neutralità climatica, così come per assicurare la ripresa dell’Unione dalla crisi Covid-19 e la sua prosperità a lungo termine, è indispensabile decarbonizzare il sistema energetico: la lotta ai cambiamenti climatici e alla perdita di biodiversità passa per l’aumento dell’energia rinnovabile proveniente da fonti sostenibili.

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Foreste più estese, più sane e più resilienti

Le foreste sono estremamente importanti per la biodiversità, la regolazione del clima e dell’acqua, l’approvvigionamento di cibo, medicinali e materie, la cattura e lo stoccaggio del carbonio, la stabilità del suolo e la depurazione dell’aria e dell’acqua; sono anche la cornice naturale per attività ricreative e didattiche in tema di natura. I silvicoltori svolgono un ruolo fondamentale nel garantire una gestione sostenibile delle foreste e nel ripristinare e mantenere la biodiversità nelle foreste.

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Arginare il consumo di suolo e ripristinare gli ecosistemi del suolo

Il suolo, uno degli ecosistemi più complessi e diversificati, è un habitat a tutti gli effetti, dimora di una varietà straordinaria di organismi che regolano e controllano servizi ecosistemici essenziali quali la fertilità, il ciclo dei nutrienti e la regolazione del clima.

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Riportare la natura nei terreni agricoli

Il futuro dell’Unione non può prescindere dagli agricoltori europei, che devono continuare a essere il polo sociale ed economico di molte nostre comunità. Al tempo stesso certe pratiche agricole sono tra le prime cause del declino della biodiversità. Ecco perché è importante lavorare di concerto con gli agricoltori per sostenere e incentivare la transizione verso pratiche completamente sostenibili.

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Proteggere e ripristinare la natura nell’UE

Per poter riportare la biodiversità sulla via della ripresa entro il 2030 dobbiamo intensificare la protezione e il ripristino della natura. A tal fine è opportuno che l’UE migliori ed estenda la propria rete di zone protette ed elabori un piano ambizioso di ripristino della natura.

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Strategia Europea per la biodiversità al 2030

Nell’ultimo decennio gli impollinatori sono drasticamente diminuiti in Europa e in tutto il mondo, con una tendenza negativa potenzialmente maggiore nel lungo termine a causa del crescente impatto dei numerosi fattori ambientali di declino, quali il degrado e la frammentazione degli habitat, le pratiche agricole intensive, l’aumento delle malattie delle api, la minore disponibilità o qualità delle risorse trofiche, gli attacchi di agenti patogeni (virus, batteri e funghi) e parassiti (principalmente insetti e acari), i cambiamenti climatici, il cambiamento culturale e commerciale delle pratiche di apicoltura.

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Diminuzione drammatica degli impollinatori in Europa e nel mondo

Nell’ultimo decennio gli impollinatori sono drasticamente diminuiti in Europa e in tutto il mondo, con una tendenza negativa potenzialmente maggiore nel lungo termine a causa del crescente impatto dei numerosi fattori ambientali di declino, quali il degrado e la frammentazione degli habitat, le pratiche agricole intensive, l’aumento delle malattie delle api, la minore disponibilità o qualità delle risorse trofiche, gli attacchi di agenti patogeni (virus, batteri e funghi) e parassiti (principalmente insetti e acari), i cambiamenti climatici, il cambiamento culturale e commerciale delle pratiche di apicoltura.

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Il ruolo della politica agricola per la tutela degli impollinatori

Come rilevato da un rapporto ISPRA del 2020, lo stato di salute degli habitat agricoli di interesse comunitario è in progressivo peggioramento mentre l’abbandono agricolo e il conseguente processo di rivegetazione, di ricolonizzazione e di riforestazione introducono maggiori rischi di incendi o di dissesto idrogeologico per il deficit di presidio del territorio e comportano la banalizzazione e semplificazione del paesaggio.

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Gli apoidei come indicatori della qualità ambientale di un agroecosistema

La qualità ambientale di un agro-ecosistema può essere valutata sia attraverso la misurazione di parametri ecologici e successiva elaborazione di dati (anche tramite l’impiego di sensori e apparecchiature strumentali), che il ricorso a indicatori biologici, quali la presenza, l’abbondanza e lo stato
di organismi viventi (specie animali, vegetali o funghi) caratterizzati da una sensibilità ai cambiamenti indotti all’ecosistema da fattori di disturbo.

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