Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Sardegna
Sindria Call’e Boi – Sindria de Gonnos
L’ anguria “Call’e Boi” è caratterizzata da una pianta molto rustica dotata di elevata vigoria, apparato radicale molto esteso, foglie di dimensione medio grossa che garantiscono una buona copertura dei frutti, ciclo produttivo medio- tardivo. I frutti sono caratterizzati da una forma ovale-allungata che ricorda il rumine bovino da cui prende spunto il nome “Call’e Boi” letteralmente” stomaco di bue”. La buccia è di colore verde mediamente intenso, molto sottile e di particolare fragilità al taglio, infatti al contatto con la lama si manifesta la formazione di una o più fenditure nel frutto accompagnata da un rumore caratteristico.
Questa caratteristica è particolarmente apprezzata dai consumatori per le eccellenti caratteristiche organolettiche del prodotto. La polpa di colore rosso intenso è priva di fasci vascolari evidenti, tende a sciogliersi facilmente liberando le componenti aromatiche che accompagnano l’equilibrato gusto zuccherino. I semi risultano essere numerosi e di dimensioni medio grosse o piccoli, nel caso della variante dell’ecotipo denominata “Call’e Boi pisu pira”, letteralmente” semi di pera” derivante dal lungo processo di selezione realizzato da tempo immemorabile dai contadini gonnesi. La pezzatura dei frutti è da media a grossa (fino a 25kg).
La coltivazione della “Sindria Call’e Boi” è praticata in tutto il territorio ricadente nelle valli del rio “Piras”, del rio “Sibiri” e nelle pianure sottostanti , prevalentemente nelle aree pedemontane caratterizzate da disfacimenti granitici o nelle pianure alluvionali di natura franco argillosa. Entrambe le situazioni sono caratterizzate da una spiccata attitudine alla specie per giacitura, microclima favorevole e dotazione di elementi nutritivi. Questa situazione consente la realizzazione del ciclo di coltivazione con un ridotto apporto di concimi chimici e fitofarmaci. La pratica agronomica tradizionale prevedeva la semina diretta e l’irrigazione con il sistema a scorrimento, attraverso l’utilizzo delle postarelle “ is frommasa” in cui venivano deposti, a partire dalla prima decade di aprile, il letame e 4-5 semi che successivamente venivano diradati per ottenere l’investimento finale.
Irrigazione
Per l’irrigazione si utilizzavano i solchi “corasa” sui quali si faceva scorrere l’acqua, utilizzando opportuni sbarramenti in terra per regolarne il flusso e correggere le frequenti differenze di pendenza nell’appezzamento. Le lavorazioni consistevano in arature con cavalli o buoi e sarchiature manuali per il controllo delle erbe infestanti e trattamenti chimici limitati a prodotti rameici o insetticidi. Attualmente, nel rispetto della tecnica tradizionale, si è introdotto l’uso di piantine allevate in vivaio e l’irrigazione a goccia. Per il resto si utilizzano tutti gli accorgimenti precedentemente citati, compreso il rispetto delle rotazioni colturali che prevedono un ritorno nello stesso appezzamento non prima di 5 anni. Gli apporti nutritivi si basano sull’utilizzo di sostanza organica e concimi complessi in fase di pre- impianto, mentre in copertura si utilizzano limitati apporti azotati e si evita l’uso di prodotti a base di potassio o fitoregolatori. Il controllo delle infestanti viene effettuato tramite sarchiature manuali o con l’utilizzo di film pacciamanti biodegradabili, si esclude l’impiego di prodotti chimici.
In Virtù delle favorevoli condizioni pedo climatiche ed ambientali la difesa fitosanitaria è particolarmente semplificata e limitata a pochissimi interventi. Particolare cura ed abilità è necessaria in fase di raccolta per il riconoscimento in campo del grado di maturazione del frutto E’ una operazione alla quale si dedicano pochi esperti che, con sapienti manovre, riescono a stabilire, in base al colore della buccia e al tono del rumore emesso al tocco, se raccogliere o meno ciascun frutto presente in campo.
Tradizionalità
La tecnica di coltivazione della “Sindria Call’e Boi” è stata tramandata di padre in figlio da tempo immemorabile, così come il patrimonio genetico che è stato preservato da alcuni agricoltori conservatori che hanno consentito in tempi recenti il recupero dell’ecotipo. Questo è stato possibile grazie alle condizioni di isolamento spaziale di alcune coltivazioni che hanno evitato la contaminazione genetica dell’ecotipo, molto frequente nella specie che è soggetta all’impollinazione entomofila. La raccolta dei semi ancora oggi viene effettuata solo dalle piante che presentano i requisiti tipici, dedicando allo scopo il primo frutto di ciascuna pianta che deve essere coltivata in assenza di altre varietà di anguria per un raggio di almeno 2 Km.
I frutti porta seme vengono raccolti a maturazione completa e conservati in magazzino per alcuni mesi in modo tale da consentire la completa formazione degli stessi. Vi era un’intensa attività commerciale, molto diffusa fino ai primi anni 70 del secolo passato, che dimostrano l’importanza della “Sindria Call’e Boi” nel tessuto produttivo e culturale di Gonnosfanadiga. La comunità del cibo “Sa Sindria de Gonnos”(costituita per iniziativa dell’Associazione per la tutela della biodiversità Gonnese e Slow Food) organizza ogni anno la “Festa dell’Anguria” e diverse sagre, laboratori del gusto e iniziative culturali che testimoniano la volontà di recuperare il tessuto produttivo-culturale dell’ecotipo “Sa Sindria de Gonnos”
Territorio di produzione: Si tratta di un prodotto consumato allo stato fresco, che proviene dalla varietà di anguria tipica denominata “Call’e Boi” coltivata dagli agricoltori della comunità di Gonnosfanadiga. Storicamente la presenza delle coltivazioni è attestata da numerosi documenti che risalgono ai primi decenni del 1900.
Panada asseminesa PAT Sardegna
Ortau PAT Sardegna
Ortau Le parti meno nobili del maiale danno vita a questo gustoso piatto. Si tratta di porzioni dell’intestino crasso del maiale, ripiene di fegato, cuore, milza, polmone; il tutto mescolato col sangue.
Papassìnos PAT Sardegna
Papassìnos (il nome “Papassinos” deriva dal dialetto ‘Papassa’ ossia uva passa).