Fonte @Raggruppamento Carabinieri Biodiversità


La Riserva di Fungaia è situata nell’alta Valle del Tevere poco a monte dell’invaso di Montedoglio alla destra orografica del fiume, occupa le pendici orientali del Monte Fungaia ed è stata istituita con DM 13 luglio 1977. L’estensione è di 113,90.00 ha, l’altitudine minima di 400 m s.l.m e la massima di 663 m s.l.m. Costituita principalmente da terreno collinare con media pendenza, presenta alcune zone calanchive, di interesse per la presenza di avifauna nidificante e di passo.

Come per la confinante riserva di popolamento animale di Formole, anche i terreni della riserva di Fungaia erano un tempo coltivati, o adibiti a pascoli molto degradati; con il massiccio abbandono delle campagne a favore dei centri urbani industrializzati di pianura negli anni ’60, i terreni furono acquisiti dall’A.S.F.D, che diede inizio ad un’intensa azione di rimboschimento con conifere varie. La difficile natura del suolo, argilloso e compatto, ha portato nel tempo alla scomparsa di molte delle specie introdotte, fino all’attuale configurazione del paesaggio costituito da un mosaico di superfici rimboschite che si inseriscono tra aree aperte e aree forestali naturali.
All’interno della Riserva presenti alcuni tratti dell’antica Via Maremmana, un tempo utilizzata per la transumanza del bestiame dall’Appennino alla Maremma toscana. La Riserva comprende soprattutto ex pascoli. I terreni hanno una matrice geologica piuttosto difficile, poiché si tratta di argille scagliose disposte in maniera caotica, molto impermeabili e facilmente erodibili. Nelle immediate adiacenze della riserva si possono notare delle polle da cui scaturisce acqua e gas metano, cosa non infrequente nelle zone delle argille scagliose; la portata delle pozze varia a seconda della stagione, fino quasi a prosciugarsi d’estate, quando il gas fuoriesce direttamente dal fondo fangoso con un caratteristico borbottio di fondo.
Habitat
Nella Riserva sono stati identificati 3 habitat di interesse dell’UE: 6110* Formazioni erbose rupicole calcicole o basofile dell’Alysso-Sedion albi, 8210 Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica e 91M0 Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere.
Flora
Le dense coperture forestali derivanti dai rimboschimenti effettuati nel dopoguerra tendono a semplificare gli ecosistemi presenti nella Riserva. Le specie inizialmente introdotte furono principalmente ontano napoletano (Alnus cordata) e cipresso dell’Arizona (Hesperocyparis arizonica), ed in minor misura abete greco (Abies cephalonica), pino marittimo (Pinus pinaster) e cedro dell’Atlante (Cedrus atlantica). A distanza di anni dall’epoca del rimboschimento, e soprattutto con la fine del pascolo del bestiame che aveva messo a dura prova la vegetazione esistente, si nota una forte rinaturalizzazione della zona. Alcune specie introdotte sono andate scomparendo, a causa della difficile natura dei terreni, come l’ontano napoletano mentre altre (tipiche della zona collinare) si vanno affermando, come ginepri, rose canine, ornielli, cerri e roverelle. In alcune zone la vegetazione originaria di querce caducifoglie si mostra rigogliosa e ha la struttura di un bosco ad alto fusto. Negli impluvi sono presenti salici di varie specie, pioppo nero e pioppo bianco, oltre a varie specie minori tipiche della collina. Nelle zone più esposte al sole e lungo le strade è frequente trovare ginestra odorosa, vescicaria, biancospino e pruno selvatico, che formano spesso siepi o piccole macchie. Iris graminea, specie mesofila dalle bellissime fioriture, si può osservare sporadica in alcune stazioni della Riserva.
Fauna
Nella Riserva è ben rappresentata la fauna a mammiferi con capriolo, daino (alloctono), cinghiale e lupo appenninico. È stata osservata la presenza di poiana e altre specie di rapaci. L’aumento della consistenza di caprioli e cinghiali ha permesso al lupo di riconquistare piuttosto velocemente il suo areale originario. Sono presenti anche le lepri, soprattutto nelle zone prative e in quelle più aperte, sempre predilette da questi animali. Alcune specie sono frutto di vecchie reintroduzioni a scopo venatorio oppure provengono da zone vicine, ma altre si riproducono naturalmente da molto tempo. La presenza di siepi e macchie è favorevole alla fauna, e permette la nidificazione di molte specie di uccelli. È possibile incontrare comunemente ghiandaie, corvi, fagiani, tordi, merli, allodole, averla piccola, upupe, picchi, fringuelli e capinere. Sfruttando alcuni ruderi e vecchi alberi cavi della zona i rapaci notturni come gufi e civette hanno trovato un habitat favorevole ed è frequente sentirne i richiami nelle ore serali.
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Per ulteriori informazioni riguardo le norme di fruizione della riserva, il centro visita e le attività in corso visita
rgpbio.it Riserva naturale biogenetica Caselli. Toscana
Vedi Classificazione Aree Naturali Protette

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