Pratica agricola tradizionale: La Transumanza

Registro nazionale

Registro Nazionale del Paesaggio Rurale, delle Pratiche Agricole e Conoscenze Tradizionali

Motivazione della pratica agricola “La Transumanza”.

La pratica tradizionale “La Transumanza” riassume le modalità di esecuzione, l’area geografica di diffusione, le principale fasi di lavoro, gli strumenti legati alla pratica, le razze e le varietà di bestiame utilizzate, i principali fattori di minaccia per il suo mantenimento. In generale, la transumanza è la migrazione stagionale delle greggi, delle mandrie e dei pastori che si spostano da pascoli situati in zone collinari o montane (nella stagione estiva) verso quelli delle pianure (nella stagione invernale), percorrendo le vie semi-naturali dei tratturi.

Il viaggio dura giorni e si effettuano soste in luoghi prestabiliti, noti come “stazioni di posta”. In Italia questa antica usanza prese le mosse principalmente tra l’Abruzzo e il Tavoliere, con diramazioni sia verso il Gargano che verso le Murge, passando per il Molise.

Consiste nel trasportare (“transumare”) gli animali dai monti abruzzesi e molisani, ai ricchi pascoli del Tavoliere e del Gargano. L’importanza economica di questa attività era tale da essere gestita da due specifiche istituzioni del Regno di Napoli: la Regia Dogana della Mena delle Pecore di Foggia e la Doganella d’Abruzzo.

A riprova della rilevanza di tale pratica nell’economia e nella società, è stato calcolato che nella metà del XV secolo, non meno di tre milioni di ovini e trentamila pastori percorressero annualmente i tratturi, e che l’impatto che la pastorizia esercitava era tale da fornire sussistenza a metà della popolazione abruzzese, direttamente o indirettamente.

Nel XVII secolo i capi coinvolti erano circa cinque milioni e mezzo. Ad oggi, con l’avvento della moderna zootecnia e l’allevamento intensivo svolto direttamente negli allevamenti, l’attività di transumanza si è fortemente ridotta, ridimensionata, in molti luoghi del tutto scomparsa.

Zone italiane di transumanza

La transumanza, attualmente, è praticata in scala ridotta soltanto in limitate zone italiane e, in questo caso specifico, dalle zone appenniniche del Molise e dell’Abruzzo verso il Tavoliere della Puglia. La pratica della Transumanza oggetto della candidatura si svolge in un’ area geografica definita che va dalla Montagnola Molisana e, precisamente, nel comune di Frosolone (IS), ai pascoli del Gargano nel comune di San Marco in Lamis (FG).

Nei secoli la pratica agropastorale della Transumanza è stata per Frosolone una delle attività prevalenti, tante erano le famiglie e i possidenti che in autunno riunivano i loro capi in mandrie o greggi più grandi e andavano a svernare in Puglia. Si tratta di una Transumanza di tipo orizzontale, detta anche mediterranea, che consiste nel trasferimento degli animali da un’area geografica ad un’altra (tra due o più regioni), che si differenzia da quella di tipo verticale o alpina, dove il trasferimento avviene in un ambito areale più ristretto (dalla valle alla montagna).

Le comunità attraversate dalla rete dei tratturi promuovono, praticano e salvaguardano in varie forme il patrimonio culturale immateriale legato alla pratica millenaria della transumanza. Nel limitato numero di nuclei familiari va segnalata la famiglia Colantuono che da secoli si impegna a rendere questa pratica sempre attuale, coinvolgendo le comunità attraversate lungo i percorsi che partecipano ai valori sociali, culturali e identitari della transumanza. Tali comunità condividono valori, esperienze, competenze e conoscenze tipiche della pratica della transumanza e collaborano con le Autorità Locali per far sì che tale pratica sia riconosciuta e salvaguardata.

Principali fattori di minaccia per il mantenimento

La spinta crescente verso la standardizzazione dei processi produttivi e la crescente attenzione verso aspetti più legati a produttività e quantità che alla qualità ed alla sostenibilità delle produzioni, comportano una minaccia fondamentale il cui effetto sarà causa dello spopolamento totale delle aree interne e delle zone rurali dell’Appennino meridionale.

Paesaggio storico della Bonifica Leopoldina in Valdichiana

L’area candidata si estende per 23707 ettari, includendo 12 comuni: Castiglion Fiorentino, Chiusi, Civitella in Valdichiana, Cortona, Foiano, Lucignano, Marciano, Montepulciano, Monte San Savino, Sinalunga, Torrita di Siena. Il paesaggio era già intensamente coltivato in epoca etrusca. L’iscrizione al registro riguarda il reticolo di fossi e canali realizzato con le opere di bonifica iniziate in…

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