
Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Sardegna
Pizzetta cagliaritana
La pizzetta cagliaritana è composta da due strati di pasta sfoglia, sugo di pomodoro e, in base ai gusti personali , anche da un cappero e un’ acciuga. Con questi quattro semplici ingredienti si realizza la ricetta di una delle merende più diffuse, prima nel cagliaritano, poi in tutta la Sardegna. La pizzetta cagliaritana ha la forma di un disco quasi perfettamente circolare con una superficie non omogenea ma per lo più ondulata; ha un bel colore dorato tendente al nocciola con il fondo che assume una colorazione più intensa : dal paglierino al marrone; il diametro varia dai 6 ai 10 centimetri mentre lo spessore da 1,5 a 3 centimetri. Sul bordo spesso si intravedono i vari strati di cui è composta la sfoglia. Il peso medio è di 80 grammi con un valore calorico di circa 400 Kcal.

Al tatto si presenta asciutta ma dalla superficie vellutata, con una crosta sottilissima che sfoglia e sbriciola;
i colori sono dorati e spesso è possibile cogliere alla vista chiazze di un bel rosso brillante conferito dal condimento interno che esplode durante la cottura. Alla masticazione la Pizzetta cagliaritana è inizialmente croccante, poi tenera e cremosa nella parte interna, dal gusto sapido e complesso: al primo impatto, si gusta il dolce della pasta sfoglia, poi il sapore lievemente acidulo del pomodoro e la leggera sapidità del cappero , quella più intensa dell’acciuga e, in conclusione, nuovamente il dolce della pasta sfoglia.
Preparazione della pasta
La preparazione della pasta sfoglia prevede una serie precisa di passaggi definiti “giri di pasta o di sfoglia”. Si impastano 3/4 delle farine da utilizzare con l’acqua per ottenere un panetto elastico; la restante farina si amalgama con il burro o la margarina prendendo il nome di “panetto”, che viene poi fatto riposare per 30 minuti in frigorifero. Con un mattarello si spiana la pasta a malta in una sfoglia di qualche centimetro di altezza al centro della quale viene posizionato il panetto. La pasta malta viene quindi chiusa, portando il lembo sinistro sopra il panetto, poi il lembo destro quindi, in sequenza, il lato superiore e poi il lato inferiore verso il centro, preferibilmente capovolgendo il tutto.
Spianatura della pasta
Si procede quindi alla spianatura con il mattarello per ottenere una striscia rettangolare che abbia larghezza maggiore rispetto all’altezza. Si ripiega la striscia di pasta ottenuta in 3 o in 4 (esempio: 4 pieghe lato sinistro verso il centro, lato destro verso il centro, i 2 strati del lato sinistro sopra il lato destro); fatte le pieghe, si ruota di 90° in senso antiorario (giro). Questa operazione viene ripetuta per 6 volte. Tra un tiro e l’altro, si ripone il panetto in frigo per 30 minuti, per mantenere la preparazione compatta e garantire una buona sfogliatura. Si stende quindi il rotolo di pasta sfoglia, utilizzando uno stampo (basta anche un bicchiere capovolto) per tagliare la pasta in dischi di uguale misura; si aggiunge una spennellata d’olio al pomodoro, i capperi ( talvolta anche le acciughe) e un pizzico di origano e sale.
Dopo aver spennellato i bordi del disco di pasta sfoglia con i tuorli d’uovo, viene composta la pizzetta coprendo e chiudendo il disco farcito con un altro dischetto di pasta sfoglia. Si procede a questo punto a spennellare anche la parte superiore con il tuorlo e a cuocere le pizzette in forno a 180° per circa 10-15 minuti fino al raggiungimento di una doratura uniforme. La pizzetta cagliaritana può essere servita sia leggermente calda che fredda e si conserva per un paio di giorni a temperatura ambiente. Ha invece una durata anche di qualche mese in confezioni ermetiche in atmosfera modificata. La si può acquistare singolarmente nei bar, nei laboratori artigiani ,nelle panetterie, nelle pasticcerie o nei supermercati, confezionata in vassoi o in contenitori sigillati.
Tradizionalità
La pizzetta cagliaritana è considerata un elemento caratterizzante della cultura gastronomica del capoluogo della Regione Sardegna, divenuta poi, non solo cagliaritana ma di tutti i sardi. E’ consuetudine cagliaritana e isolana consumarla singolarmente, spesso al bar con il caffè della prima colazione. E’ considerata però anche cibo da strada per il tradizionale consumo durante la passeggiata. Numerose testimonianze orali di commercianti e consumatori campidanesi ne attestano la nascita e la produzione nell’hinterland cagliaritano . Ne sono testimonianza anche diverse fotografie datate che ritraggono cerimonie come battesimi, comunioni o cresime in cui non poteva mancare , nella tavola imbandita a festa , la pizzetta cagliaritana, da sempre gradita ad adulti e bambini. E’ particolarmente apprezzata anche dai turisti che , soprattutto nella stagione estiva, invadono l’isola e, a fine vacanza, ne portano dietro con sé interi vassoi da distribuire ad amici e parenti.
Territorio di produzione: Comune di Cagliari , hinterland e intera Sardegna.

Fresa PAT Sardegna
Formaggio a pasta molle di colore dal bianco al giallo paglierino con crosta sottile. La forma è cilindrica schiacciata (altezza ca. 5-6 cm, diametro ca. 15-18 cm, peso: 1,5-3 kg) o talvolta quadrata con spigoli arrotondati. Odore e aroma richiamano quello del burro, sapore acidulo.

Pero De su Duca PAT Sardegna

Panemodde e Coccone de sa Candelaria PAT Sardegna
Il Panemodde è un tipo di pane ottenuto dall’impasto di semola di grano duro, acqua, lievito e un pizzico di zucchero, con l’eventuale aggiunta di strutto. L’impasto viene diviso in panetti per la lievitazione che precede la cottura al forno (a legna o elettrico)