Pera del Medio Adige PAT Veneto

 Prodotto Agroalimentare Tradizionale del Veneto

Pera del Medio Adige.

La pera è un frutto zuccherino appartenente alla famiglia delle Rosacee, caratterizzato da una singolare forma a campana, e presenta peculiarità diverse, a seconde della varietà, per dimensioni, colore, aroma e sapore. Quelle maggiormente coltivate nella zona sono:

  • Precoce Morettini
  • Santa Maria
  • Dr J. Guyot
  • William
  • Max Red Bartlett
  • Abate Fetel
  • Decana del Comizio
  • Kaiser Alexander
  • Conference
  • Passa Crassana

Queste, anche se appartengono a varietà differenti, si distinguono per l’aroma e il sapore delicati e l’ottima consistenza, dovuti all’insieme di fattori pedo-climatici dell’area.

Il pero è un albero che si sviluppa ottimamente in terreni a medio impasto, profondi, non troppo calcarei, umidi o sabbiosi; ha radici profonde, può raggiungere l’altezza di venti metri e presenta foglie ovali e fiori riuniti a gruppi.

La coltivazione del pero si può però anche effettuare in forme di allevamento obbligate o a basso fusto. Le varietà coltivate nella zona del Medio Adige, si possono classificare in estive, con maturazione da luglio a inizio settembre o autunno-vernine, con maturazione da settembre a dicembre. Il prodotto viene lavorato e conservato nei normali locali aziendali e in celle frigorifere adatte alla frutta. Viene consumata cruda o, a seconda delle varietà, cotta. Può venire conservata sotto spirito, impiegate nell’industria agroalimentare e dolciaria per la produzione di canditi, produrre succhi, sciroppi e confetture.

Tradizionalità

Il pero (Pyrus communis) è una pianta spontanea, originaria dei boschi europei, coltivata in un gran numero di varietà da tempo immemore e diffusa oramai in tutti i continenti. La zona del medio Adige costituisce una fra le più rinomate ed antiche aree dedite alla coltivazione del melo e del pero, tradizionale fornitrice delle mense della Serenissima Repubblica di Venezia.

Dal XIV al XVI secolo documenti d’archivio riferiscono, con dovizia di particolari, sulla coltivazione e sul commercio della pera locale. Angelo Beolco, detto il Ruzzante, nella sua “Prima Oratione” del 1521, elencando le produzioni del Pavan, così scrive: “Po quanti piri? Piri ranei, piri moscatiegi, piri zucuoli, piri da San Piero, piri invernisè, piri strangola-preve”. Le numerose varietà di pere alle quali si accenna, sono state, in seguito, radicalmente mutate per esaltarne la resa e la resistenza; infatti, secondo quanto riportato negli “Atti dell’inchiesta Agraria in Polesine” del 1882, le pere “non bastano al consumo locale causa le pochissime conoscenze che hanno i nostri frutticoltori del come si debba regolare la vita di una pianta destinata a dar frutto”.

Nella tradizione popolare polesana il pero è pianta dal significato sacrale. Famoso il “pero di S. Bellino” che sarebbe germogliato dal punto in cui fu riportato alla luce il corpo del Santo, protettore della Diocesi di Rovigo, mettendo radici nella piazza dell’omonimo paese per quasi mille anni.

Territorio di produzione: I comuni di Barbona, S. Urbano, Boara Pisani, Vescovana, Piacenza d’Adige, Merlara, Castelbaldo, Masi, Stanghella, Urbana, Montagnana, Ospedaletto Euganeo, Casale di Scodosia, S. Margherita d’Adige, Megliadino San Vitale, Megliadino S. Fidenzio, Saletto, Vighizzolo d’Este, Ponso, Carceri, Villa Estense, S. Elena d’Este, Granze, Solesino, in provincia di Padova; i comuni di Badia Polesine, Giacciano con Barucchella, Trecenta, Ceneselli, Lendinara, Lusia, Canda, Bagnolo Po, Salara, Ficarolo, Calto, Castelguglielmo, Gaiba, Stienta, S. Bellino, Fiesso Umbertino, Occhiobello, Villanova del Ghebbo, Fratta Polesine, Pincara, Costa, Rovigo, Villamarzana, Frassinelle Polesine, Canaro, Arquà Polesine, Bosaro, Polesella, Pontecchio Polesine, Guarda Veneta, S. Martino di Venezze, Villadose, Ceregnano, Crespino, Gavello, Villanova Marchesana, in provincia di Rovigo.

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