
Elenco Nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali (PAT)
Vegetali della Regione Friuli Venezia Giulia
PRODOTTI VEGETALI ALLO STATO NATURALE O TRASFORMATI

Aglio di Resia PAT Friuli Venezia Giulia

Asparago bianco PAT Friuli Venezia Giulia
Asparago bianco La parte edule è rappresentata dal turione, completamente bianco, che è raccolto non appena emerge dalle prose di terreno.

Asparago verde in agrodolce PAT Friuli Venezia Giulia
Gli asparagi verdi in agrodolce sono asparagi verdi interi, lunghi circa 16 cm, conservati in vaso di vetro con il liquido di governo. Il liquido di governo è a base di acqua, aceto di vino, zucchero e sale. Nella soluzione vengono aggiunte delle spezie che danno un caratteristico gusto ed aroma.

Blave di Mortean PAT Friuli Venezia Giulia

Castagna canalutta PAT Friuli Venezia Giulia

Castagna di Mezzomonte PAT Friuli Venezia Giulia

Castagna marrone di Vito d’Asio PAT Friuli Venezia Giulia
I frutti sono apprezzati per la forma, l’elevata pezzatura e le buone caratteristiche organolettiche. Per le eccellenti caratteristiche merceologiche e tecnologiche la produzione è adatta sia all’industria alimentare per prodotti di pregio, sia per il consumo fresco.

Castagna obiacco PAT Friuli Venezia Giulia

Cavolo broccolo di Castelnovo del friuli, di Orzano e di muez di remugnano PAT Friuli Venezia Giulia

Cavolo cappuccio di Collina di Forni Avoltri PAT Friuli Venezia Giulia
La coltivazione del Cappuccio di Collina (nome locale: chiaput) è nota sin dai secoli scorsi. Il seme, tramandato da generazioni, è ancora quello originale e non se ne conosce la provenienza storica. Numerose sono le pubblicazioni sui giornali locali; inoltre, sono molteplici le indicazioni culinarie sull’utilizzo dei “crauti” ottenuti con questo ortaggio.

Ciliegia Duracina di Tarcento PAT Friuli Venezia Giulia

Cipolla rosa della Val Cosa, Cipolla rosa di Castelnovo del Friuli e Cavasso Nuovo PAT Friuli Venezia Giulia

Craut garp PAT Friuli Venezia Giulia
I crauti sono ottenuti mettendo “in concia” sotto sale o nell’aceto le foglie dei cavoli cappucci. Le varietà di cavolo utilizzate possono provenire da seme locale (famosi i cavoli cappucci di Collina di Forni Avoltri) oppure da seme di tipo commerciale con spiccate caratteristiche per essere trasformato.

Fagioli borlotti di Carnia PAT Friuli Venezia Giulia

Fagiolo “dal santisim”, da l’aquile, tricolore di cavazzo PAT Friuli Venezia Giulia

Fagiolo antico di San Quirino PAT Friuli Venezia Giulia
Il fagiolo antico di San Quirino è un fagiolo di piccole dimensioni, di forma allungata, colore marroncino con un occhietto di colore marrone scuro. Varietà di fagiolo nano con produttività media.

Fagiolo borlotto di Pesariis PAT Friuli Venezia Giulia

Fagiolo cesarins PAT Friuli Venezia Giulia
Una delle migliori varietà locali; adattata anche a stagioni relativamente calde. Il seme piccolo, il legume poco appariscente e l’elevato numero dei baccelli per pianta si adattano alla produzione di granella secca. Presenta tegumento molto sottile, che predispone ad ottime caratteristiche culinarie.

Fagiolo dal Voglut PAT Friuli Venezia Giulia
Il fagiolo plombin, detto anche “dal voglut” (in dialetto occhietto) per la decorazione che ha sul dorso, simile a un occhio, è caratterizzato da un ilo scuro. È una varietà tradizionale di buona produttività, adatta sia alla produzione di granella verde che secca, ma che richiede lunghi tempi di cottura.

Fagiolo laurons PAT Friuli Venezia Giulia

Fagiolo militons o militons 3 PAT Friuli Venezia Giulia

Fagiolo rampicante Fiorina PAT Friuli Venezia Giulia

Fave di Sauris PAT Friuli Venezia Giulia

Figo moro PAT Friuli Venezia Giulia

Lidric cul pòc PAT Friuli Venezia Giulia
Innumerevoli sono i riferimenti storici che testimoniano la tradizionale coltivazione di questa composita nella pianura friulana. Una citazione del lidrìc cul pòc si trova sull’edizione del 1974 de “Enciclopedia Monografica del Friuli Venezia Giulia” edita dall’Istituto per l’Enciclopedia del Friuli Venezia Giulia (Udine).

Mais bianco perla friulano PAT Friuli Venezia Giulia
Il Mais Bianco Perla Friulano è un’antica varietà coltivata da diversi decenni, soprattutto nell’Italia nord-orientale, ovvero in Veneto e in Friuli (Bressan et al., 2003); nonostante l’avvento dei mais ibridi, più produttivi, è rimasta in coltivazione per le particolari caratteristiche della granella e per la peculiare qualità della farina.

Mais da polenta PAT Friuli Venezia Giulia
In molte aziende, in particolare quelle zootecniche, da generazioni si tramandano l’uso del mais locale per la preparazione della farina di polenta. Si ricorda inoltre che nei periodi di “miseria e fame” (le due guerre mondiali) la polenta era il companatico principale per accompagnare tutto il misero mangiare quotidiano delle popolazioni del Friuli.

Marrone striato del landre PAT Friuli Venezia Giulia

Mela zeuka, zeuka, seuka PAT Friuli Venezia Giulia

Patate di Ribis e Godia PAT Friuli Venezia Giulia

Patatis cojonariis, patatis di vidiel, cartufulis cojonariis, patate colonarie, patate topo PAT Friuli Venezia Giulia

Pera Pêr Martìn PAT Friuli Venezia Giulia

Pesca iris rosso PAT Friuli Venezia Giulia

Pesca isontina PAT Friuli Venezia Giulia

Pesca triestina PAT Friuli Venezia Giulia

Pierçolade PAT Friuli Venezia Giulia

Radic di mont PAT Friuli Venezia Giulia
Pianta di colore verde-bruno che nasce e vegeta in alta montagna, presenta germogli filiformi di gusto leggermente amarognolo. Della pianta si raccolgono i germogli che vengono accuratamente puliti e lavati, successivamente vengono scottati in olio, aceto, vino bianco, aromi, sale e zucchero. L’invasettamento viene eseguito a caldo con tutto il liquido di cottura.

Radicchio canarino PAT Friuli Venezia Giulia

Radicchio rosa di Sacile PAT Friuli Venezia Giulia

Rapa di Verzegnis PAT Friuli Venezia Giulia

Ràti PAT Friuli Venezia Giulia
Il ramolaccio o rafano (Raphanus sativus) appartiene alla famiglia delle crucifere. Ha caratteristiche simili al ravanello dal quale se ne differenzia per le maggiori dimensioni della radice ed il sapore più intenso e piccante. La parte edule è rappresentata dalla radice che si consuma cruda o cotta.

Rosa di Gorizia PAT Friuli Venezia Giulia

Savors PAT Friuli Venezia Giulia
Miscela di ortaggi freschi triturati, salati e conservati in vasetti di vetro per insaporire le pietanze. I “savors” hanno rappresentato e rappresentano tuttora un, se non il “condimento”, che viene utilizzato in Carnia per insaporire moltissime pietanze della “povera” cucina carnica.

Tartufo bianco pregiato di Muzzana del Turgnano PAT Friuli Venezia Giulia

Vellutata di asparago verde PAT Friuli Venezia Giulia

Zucchino giallo di Sacile PAT Friuli Venezia Giulia

Lupino gigante di Vairano PAT Campania

Mais rosso di Baselice PAT Campania
Forma della spiga (impropriamente chiamata pannocchia) allungata, di colore rosso, lunghezza 25 cm ma variabile, cariossidi ricche di antocianine e beta carotene.

Mais spiga (spogna) bianca PAT Campania

Mandarino comune vesuviano PAT Campania

Mandarino dei campi Flegrei PAT Campania

Marrone di S. Cristina PAT Campania

Marrone di Scala PAT Campania

Mela bianca di Grottolella – Mela renetta champagne PAT Campania
Pianta di dimensioni medio-grande con impalcatura a 1,5-2 metri dal terreno, allevata a vaso o in forma libera, a fioritura medio-tardiva; Mela di pezzatura media, di colore giallo-champagne con punteggiature scure, evidenti, omogeneamente distribuite; pasta bianca, compatta, molto dolce, aromatica e serbevole. La raccolta viene effettuata dopo la prima quindicina di ottobre.

Mela capodiciuccio PAT Campania

Mela chianella PAT Campania
La mela “Chianella” è una varietà tipica dell’area collinare dell’Irpinia e in parte del Sannio ed è presente ancora, a livello di piante sparse, nella azienda di frutticole locali. Presenta un frutto di medie dimensioni, a polpa e buccia giallo-paglierino a maturazione, dal sapore dolce e aromatico. Matura nella seconda decade di settembre.

Mela chichedda PAT Campania

Mela limoncella e limoncellona PAT Campania

Mela San Giovanni PAT Campania

Mela sergente PAT Campania

Mela tubbiona PAT Campania

Mela zitella PAT Campania

Melanzana cima di viola PAT Campania

Melanzana lunga di Napoli PAT Campania

Melanzana paccia PAT Campania

Melata di fichi del casertano PAT Campania

Melone di Altavilla PAT Campania

Melone di Capua PAT Campania
Melone a maturazione estiva, con buccia interamente solcata da rughe con andamento irregolare, longitudinali; forma lievemente ovale, colore verde medio, polpa colore giallo paglierino molto chiaro, con riflessi verdi vicino alla buccia; consistenza della polpa pastosa, ricca di acqua, sapore dolce e fresco, ricca di semi centrali, di colore verde.

Melone napoletano PAT Campania

Nocciola camponica PAT Campania

Nocciola Mortarella PAT Campania

Nocciola riccia di Talanico PAT Campania

Nocciola San Giovanni PAT Campania

Noce di Sorrento PAT Campania

Noce malizia e noce di San Martino PAT Campania

Oliva caiazzana PAT Campania

Oliva marinese PAT Campania

Oliva masciatica PAT Campania
L’oliva masciatica è una varietà tipica dell’Alta Irpinia, ed è diffusa soprattutto nei comuni di Lacedonia e Bisaccia. è un frutto di media pezzatura a maturazione medio-tardiva e viene sfruttata per confezionare un olio dall’aroma fruttato e dal sapore tendenzialmente dolce.

Oliva salella ammaccata del Cilento PAT Campania

Oliva Tifatina o del Tifata PAT Campania

Oliva vernacciola di Melizzano PAT Campania
Olive della cv Vernacciola conservate nei seguenti modi: – nere, snocciolate conservate in olio e condite con spezie ed aromi tipici dell’area di produzione; – nere intere appassite in forno a legna e condite con spezie ed aromi tipici dell’area di produzione; – olive nere intere conservate in salamoia .

Olive pisciottane schiacciate sott’olio PAT Campania

Origano del Matese PAT Campania

Panzarieddi di Casalbuono PAT Campania

Papacella PAT Campania
Peperoncino della tipologia TOPEPO con frutti tondi rossi o verdi con polpa dolce e spessa che sono utilizzati per la conservazione sottaceto (con diverse varianti culinarie da zona a zona). Si coltivano anche tipologie piccanti. I frutti “conservati” rientrano in molte ricette tipiche campane.

Patata di Acerno PAT Campania

Patata di Monte San Giacomo PAT Campania

Patata di Trevico PAT Campania

Patata fresca campana PAT

Patata nera del matese PAT Campania

Patata novella PAT Campania

Patata ricciona o riccia di Napoli PAT Campania
Pianta a portamento alto, con corolla del fiore media, ed epoca di maturazione molto tardiva, il tubero è di forma arrotondata di colore beige chiaro con polpa color crema, il colore alla base degli occhi ( numerosi) è di colore giallo.

Patata rossa del Vallo di Diano PAT Campania

Patata sotterrata di Calvaruso PAT Campania

Peperoncini ripieni al tonno PAT Campania

Peperoncini verdi friarielli o di fiume PAT Campania

Peperoncino friariello napoletano PAT Campania

Peperoncino friariello nocerese PAT Campania

Peperone cazzone PAT Campania

Peperone papaccella PAT Campania

Peperone quarantino di San Salvatore PAT Campania

Peperone sassaniello PAT Campania

Peperoni quagliettani PAT Campania

Pera carmosina PAT Campania
Frutto autoctono, di pezzatura media (50-60 gr), a forma piriforme poco allungata, con buccia liscia di colore giallo-verde, rossastro nelle parti espsote al sole. La polpa è bianca, granulosa, zuccherina profumata, fondente e acidula, di ottime qualità gustative. Matura da metà luglio a tutto Agosto.

Pera del rosario PAT Campania

Pera lardara PAT Campania

Pera mastantuono PAT Campania

Pera pennata PAT Campania

Pera Sant’Anna e pera spina PAT Campania

Pera sorba PAT Campania

Pera spadona PAT Campania

Percoca col pizzo PAT Campania

Percoca puteolana PAT Campania

Percoca terzarola PAT Campania

Pesca bianca di Napoli e pesca bellella di Melito PAT Campania

Pesca poppa di venere PAT Campania

Peschiole PAT Campania

Pezzetta ‘e vino cuotto PAT Campania
Dolci di forma romboidale, con altezza maggiore mediamente di 10 cm, altezza minore 6 cm, altezza 3 cm, gelatinoso ma molto consistente, di colore vinaccia molto scuro, esternamente con una crosta sottile e compatta. Sapore dolce, marcato, con retrogusto aspro riconducibile al mosto, profumo agrumato.

Piselli cornetti PAT Campania

Pisello centogiorni PAT Campania

Pomodori secchi sott’olio PAT Campania

Pomodorino campano PAT Campania
La denominazione “Pomodorino Campano” designa le bacche che derivano dagli ecotipi “Corbarino” e “Vesuviano” coltivati nel territorio della regione Campania.

Pomodorino corbarino PAT Campania
Prodotto prevalentemente sulle colline di Corbara, nell’agro Nocerino-Sarnese, in provincia di Salerno (ma anche in provincia di Napoli, nell’area Pompeiana-Stabiese), questo pomodorino, di colore rosso intenso, con una caratteristica forma allungata tendente al piriforme e dal tipico sapore agro-dolce, rappresenta una delle più significative testimonianze della tradizione rurale locale.

Pomodorino dell’Ufita PAT Campania

Pomodorino di Rofrano PAT Campania
Pianta a sviluppo indeterminato a portamento eretto, con altezza della pianta di 130 cm; la bacca è del tipo San Marzano, di colore rosato a maturazione, con mucrone terminale; il colletto verde ricopre quasi la metà del frutto, che ha buona consistenza e colore del mesocarpo rosso.

Pomodorino giallo PAT Campania
Pianta a sviluppo indeterminato molto vigorosa, tollerante alle principali malattie del pomodoro, la bacca tondeggiante leggermente schiacciarta ai poli, il colore esterno è giallo aranciato, la polpa di colore rosa salmone.

Pomodorino seccagno di Gesualdo PAT Campania
Pianta determinata di medio sviluppo e compatta, le bacche sono tonde squadrate, di colore rosso intenso di consistenza media e di buon sapore.

Pomodoro cannellino flegreo PAT Campania
La coltivazione del Cannellino Flegreo è diffusa, secondo testimonianze indirette, almeno dalla fine dell’800. La peculiarità del suo radicamento territoriale risiede nella sua capacità di adattarsi al pedoclima dell’area flegrea, caratterizzato da terreni vulcanici sabbiosi. Il prodotto è sempre stato essenzialmente destinato alla produzione di conserve oltre che al consumo da fresco.

Pomodoro di Sorrento PAT Campania

Pomodoro fiaschello di Battipaglia PAT Campania
Il pomodoro fiaschello è stato introdotto da Napoli agli inizi del ‘900 ed è stato coltivato in mopdo intensivo negli anni dal 1940 al 1980, per l’industria conserviera del polo nocerino-sarnese, per poi essere soppiantato dagli ibridi moderni per l’industria.

Pomodoro guardiolo PAT Campania

Pomodoro pelato di Napoli PAT Campania
La denominazione “Pomodoro Pelato di Napoli” è stata usata, già negli anni 50, per definire le bacche di pomodori, tradizionalmente riconducibili agli ecotipi San Marzano ma poi genericamente di forma allungata, sottoposti, rigorosamente interi, a spellatura per scottatura in acqua bollente e quindi posti, assieme a succo di pomodoro, in scatole di banda stagnata.

Pomodoro Re Umberto PAT Campania

Pomodoro sarvatico PAT Campania

Prugna coglipiecuri PAT Campania

Rapa catozza PAT Campania

Risi di Casalbuono PAT Campania

Scarola bianca riccia schiana PAT Campania

Sciuscillone PAT Campania

Sécena PAT Campania
Varietà di Segale con cariossidi di colore grigiastro, tipicamente allungate con apici appuntiti, vestite; si presentano frammiste ad altri semi di infestanti, graminacee, brassicacee e leguminose.

Sedano di Gesualdo PAT Campania

Speuta PAT Campania

Susina botta a muro PAT Campania

Susina Marmulegna PAT Campania

Susina pappacona PAT Campania

Susina pazza, Scarrafona e Turcona PAT Campania

Tartufo di Ceppaloni PAT Campania

Tartufo di Colliano PAT Campania
La tartufaia naturale è l’appezzamento di terreno, l’argine e il bosco in cui si trovano i corpi fruttiferi del fungo. Le aree di vegetazione del Tuber Aestivum Var. uncinatum Chatin nel comprensorio “Alto Sele” sono ubicate nei boschi di faggio, carpino, quercia e nocciolo a quote che vanno dai 200 ai 1500 metri sul livello del mare

Tartufo nero del matese PAT Campania

Tartufo nero di Bagnoli Irpino PAT Campania

Timo delle coste del Mutria PAT Campania

Torzella PAT Campania

Uva armonera del Cilento PAT Campania
È una varietà antica, pressoché scomparsa, recuperata da alcuni appassionati viticultori locali; ha bacche di dimensioni medie, rotonde, con bacche di colore violaceo a maturità; la polpa è dolce e croccante. Il grappolo è mediamente compatto.

Uva bianca a cuore del Cilento PAT Campania
È una varietà antica, pressoché scomparsa, recuperata da alcuni appassionati viticultori locali; ha bacche di dimensioni medie, rotonde, con bacche di colore verde chiaro a maturità; la polpa è dolce e croccante. Il grappolo è mediamente compatto.

Uva catalanesca PAT Campania

Uva coda di volpe rossa PAT Campania

Uva cornicella PAT Campania

Uva lengua de femmina PAT Campania

Uva salamanna PAT Campania

Uva sanguinella PAT Campania
Varietà antica, pressoché scomparsa, recuperata da alcuni appassionati viticultori locali; ha grappoli di media grandezza, acini fitti ed allungati, carnosi dolci, poco sugosi, polpa croccante, matura in agosto; il colore dell’acino varia, secondo l’esposizione solare, da verde a giallo dorato.

Virni PAT Campania
Varietà antica, pressoché scomparsa, recuperata da alcuni appassionati viticultori locali; ha grappoli di media grandezza, acini fitti ed allungati, carnosi dolci, poco sugosi, polpa croccante, matura in agosto; il colore dell’acino varia, secondo l’esposizione solare, da verde a giallo dorato.

Zafferano PAT Campania

Zucca lunga di Napoli PAT Campania

Zucca napoletana dolce PAT Campania

Zucchino San Pasquale PAT Campania
*Deroga alle norme igienico sanitarie
I PAT vengono riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali (Mipaaf) in ogni regione d’Italia e l’elenco dei riconoscimenti si arricchisce ogni anno di produzioni tipiche la cui origine si perde nel tempo. Al 2020 in Italia si contano più di 5000 Prodotti Agroalimentari Tradizionali. In Sardegna siamo a più di 200 e tra questi ritroviamo alcune tra le preparazioni più antiche e tradizionali dell’isola
Questi prodotti rappresentano un patrimonio vastissimo, spesso inesplorato e non facile da comunicare vista la sua immensa varietà, i Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) vanno ad integrarsi in un patrimonio agroalimentare, quello italiano, che insieme alle produzioni a marchio DOP e IGP è tra quelli di maggior qualità.