Prodotto Agroalimentare Tradizionale del Veneto
Il liquore del Cansiglio è ottenuto dall’infusione di bacche ed erbe tipiche del bosco, diluito con acqua e zucchero. Viene prodotto alla gradazione di 25° alcolici. Si presenta di colore bruno ed è caratterizzato da un aroma molto fragrante e marcato, da un gusto rotondo e pulito grazie all’utilizzo esclusivo di aromi naturali e all’assenza di coloranti artificiali.
Processo di produzione: Il prodotto si ottiene dall’infusione di bacche ed erbe in acqua e alcol, che deve essere mantenuta per 3-4 settimane. Poi l’infuso viene distillato in piccoli alambicchi di rame e poi miscelato con acqua, alcol e zucchero senza aggiunta di altri aromi. Va mantenuto in appositi contenitori per circa 2 mesi prima di venire imbottigliato ed immesso al consumo.
Tradizionalità
Il “liquore del Cansiglio” prende il nome dall’omonima foresta “da remi” che si erge nell’altopiano a
cavallo tra le province di Treviso, Belluno e Pordenone nelle Alpi Orientali, caratterizzata da estese
zone boschive poco antropizzate. Il prodotto nasce
nel secondo dopoguerra e da allora la sua ricetta è
stata mantenuta inalterata nel tempo.
Territorio interessato alla produzione: Provincia di Treviso.
Pesca bianca di Venezia PAT Veneto
Il pesco a pasta bianca è presenza storica consolidata nel territorio di Cavallino e Jesolo, la cui sorte si è però strettamente legata all’alluvione del 1966 che ne ha causato un forte ridimensionamento produttivo. In realtà la moria del pesco, causata da asfissia radicale, era già in atto in forma strisciante per l’innalzamento della falda…
Sopressa investida o con filetto PAT Veneto
La sopressa trevigiana, come pure il “salado” della medesima area, sono famosi da tempi immemorabili come “marenda del contadin“, citata nei tipici proverbi “polenta sopresa e vin, medesine del contadin“, oppure “pan vin e sopresa … e de altro no me interesa“. “Salado” o sopressa entravano anche negli impasti “del pien”, del ripieno per galline,…
Banana comune PAT del VENETO
Tipo di pane risalente all’immediato dopoguerra, quando il consumatore, stanco della classica pagnotta del periodo bellico, pretese forme di pane di singola porzione alle quali vennero dati nomi di fantasia a tutt’oggi utilizzati.