L’Architettura del Quattrocento in ITALIA – Filippo BRUNELLESCHI

Architettura del Quattrocento – Filippo Brunelleschi

Filippo Brunelleschi (Firenze 1377-1442) è considerato l’innovatore del linguaggio architettonico rinascimentale. Egli s’ispira ai modelli e allo spirito dell’Architettura Classica, di cui studia i monumenti recandosi a Roma all’amico scultore Donatello.

Cupola del Duomo di Santa Maria del Fiore – Filippo Brunelleschi

Nel 1402 partecipa al concorso per l’esecuzione della seconda porta bronzea del Battistero di FIrenze: la sua formella viene giudicata vincitrice ex aequo con quella del Ghiberti, al quale però viene affidata l’esecuzione dell’opera.

Nel 1418 vince il concorso per la costruzione della cupola di Santa Maria del Fiore, alla cui realizzazione lavorerà per tutta la vita, affermando la figura dell’Architetto come progettista responsabile in prima persona del suo lavoro, risolutore dei problemi tecnici e formali sia teorici che esecutivi.

Gli viene attribuità l’invenzione della prospettiva, intesa come applicazione dei principi matrematici alle leggi visive.

Opere da ricordare:

  • Cupola di Santa Maria del Fiore
  • Cappella Pazzi
  • Chiesa del Santo Spirito
  • Loggia dell’Ospedale degli Innocenti
  • Chiesa di San Lorenzo
  • Sagrestia vecchia di San Lorenzo
  • Palazzo Pitti, la parte centrale

Cupola di Santa Maria del Fiore

Brunelleschi per la cupola del duomo di santa Maria del Fiore non vuole utilizzare cupole lignee, e riutilizza il modello che aveva studiato per Santa Felicita: due cupole autoportanti collegate tra loro, con un’ossatura di elementi portanti orizzontali e verticali. Per coprire la cupola utilizza mattoni disposti a spina di pesce.

Il Brunelleschi utilizza elementi del gotico maturo; egli progetta ogni aspetto della cupola, progettando gli “occhi” ovvero dei fori per sostenere le impalcature, pensando all’illuminazione dei cunicoli percorribili, risolvendo lo scolo delle acque e controllando ogni fase della costruzione. La cupola è acuta (un quinto di sesto).

Cappella Pazzi

Il progetto è tradizionalmente attribuito a Filippo Brunelleschi. La costruzione della cappella dalla famiglia Pazzi è stata commissionata dalla stessa famiglia dopo l’incendio che nel 1423 aveva distrutto parte del convento di Santa Croce. Andrea Pazzi nel 1429 assume l’impegno di costruire una cappella con doppia funzione: una di sala capitolare per i frati e l’altra di cappella di famiglia. Probabile degli interventi di altri artisti specialmente nel portico e nelle parti superiori della cappella.

Spazio condizionato dalle preesistenze la cappella è realizzata tra il 1429 con il coinvolgimento di Brunelleschi e fin oltre il 1478 quando la famiglia Pazzi condannata per aver partecipato alla congiura antimedicea subisce la confisca dei beni e la cappella rimane incompiuta. Sicuramente la realizzazione non inizia prima del 1442, e nel 1445 il committente, Andrea Pazzi, muore nel 1445 lasciando una consistente somma per il completamento della cappella e un anno dopo muore anche Brunelleschi. 

La pianta della cappella si compone di un ambiente principale e di uno più piccolo (scarsella), entrambi coperti a cupola. Lo spazio principale è rettangolare per l’aggiunta di due zone laterali coperte con volta a botte, a creare un ambiente più adeguato ad una sala capitolare

È preceduta da un portico a cinque fornici, coperto con volte a botte laterali e cupolina centrale in asse con l’ingresso, soluzione inconsueta a Firenze nella prima metà del Quattrocento. Il portico, oggetto di dibattito sull’attribuzione nonché di numerose ipotesi, anche grafiche, di possibile completamento nella parte superiore appartiene alla fase più tarda della realizzazione della cappella e si può datare al sesto decennio del Quattrocento.

Cupola del portico – Andrea della Robbia

Pala di Castelfranco Veneto del Giorgione

La Pala di Castelfranco è un dipinto a olio su tavola di pioppo (200×152 cm) di Giorgione, databile al 1503-1504 circa, e conservato nella sua collocazione originaria in una cappella nel Duomo di Castelfranco Veneto. La straordinarietà dell’opera, che tanta influenza ebbe nell’arte veneta successiva, è data anche dal fatto che si tratta dell’unica pala d’altare realizzata dall’artista.

Leggi di +

I tirannicidi – Armodio e Aristogitone

Le due imponenti statue, che inizialmente facevano forse parte di un più complesso gruppo statuario, furono rinvenute nel corso degli scavi di Villa Adriana, la grandiosa residenza suburbana che l’imperatore Adriano iniziò a farsi costruire presso Tivoli nel 126 d.C. Si tratta di due fra le molte copie romane che, proprio a partire dal II…

Leggi di +

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *