
Pittura Gotica – Duccio di Buoninsegna
Temperamento insofferente ed impulsivo, è il maggiore esponente della pittura senese del XIII – XIV secolo esprimendo la transizione dalle forme bizantine alla nuova sensibilità dello stile gotico: nella sua pittura raggiunge una bellezza ideale attraverso la realizzazione di immagini in cui il profondo senso del sacro si esprime in un linguaggio di estrema eleganza formale di cui, insieme alla linea, esalta il colore, luminosissimo e intenso, espressione di una concezione antiplastica e rigorosamente coloristica.

Le tavole più rappresentative della sua produzione sono:
Maestà del Duomo di Siena (1308-11, Museo dell’Opera), grandiosa tavola dipinta su entrambe i lati: sul lato anteriore la scena centrale della Vergine in trono circondata da Angeli e Santi; in alto, i busti dei 12 apostoli; nella predella, Storie dell’Infanzia di Cristo e figure di profeti; sul retro, Scene della Passione; nella predella, Storie della vita di Cristo.
Il tradizionale tema iconografico della Maestà acquista, nella Vergine di Duccio, una vena di delicata tenerezza che si fonde con la ieratica solennità dell’immagine iconica, definendo una visione più intima, sentimentale ed umana del Sacro.
Nelle varie scene, Duccio esprime con eleganza un fluido disegno lineare ed un vivace cromatismo, realizzando immagini vive in cui il racconto acquista un tono familiare e poetico nella freschezza delle sue notazioni umane e aneddotiche. Madonna Rucellai (Uffizi) identificata con la Madonna dipinta per la Chiesa di Santa Maria Novella nel 1285

Sul retro della Maestà, destinato alla visione del clero, erano rappresentate 26 Storie della Passione e Resurrezione di Cristo, divise in formelle più piccole, uno dei più ampi cicli dedicati a questo tema in Italia.


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