
Il Romanico si sviluppa in Italia tra l’XI e il XII secolo, con declinazioni differenti a seconda del territorio, del contesto storico-politico e delle influenze culturali. Ogni regione sviluppa una propria cifra stilistica pur mantenendo elementi comuni: l’arco a tutto sesto, la muratura solida, le volte in pietra, l’uso di torri, e un linguaggio simbolico ricco di riferimenti religiosi.
Romanico lombardo
Caratteristiche:
- Uso prevalente del mattone (anziché la pietra)
- Presenza di archetti pensili e lesene
- Decorazioni geometriche e a rilievo, spesso sobrie
- Struttura compatta e verticale
Opere principali:
- Basilica di Sant’Ambrogio, Milano: esempio straordinario di architettura romanica con cortile porticato, archetti e mattoni a vista.
- Duomo di Modena, pianta a tre navate priva di transetto
- San Michele Maggiore, Pavia: impianto a croce latina, facciata riccamente decorata con archetti ciechi e sculture.

La Basilica di Sant’Ambrogio a Milano è uno dei più importanti esempi di architettura romanica in Italia e rappresenta uno dei simboli spirituali e culturali della città.

Basilica Martyrum
Fu fondata da Sant’Ambrogio nel 379-386 d.C. con il nome di Basilica Martyrum, per onorare i martiri cristiani, ma l’aspetto attuale risale all’XI e XII secolo, quando fu completamente ricostruita in stile romanico lombardo. La struttura si distingue per l’uso del mattone rosso, materiale tipico della regione, e per la facciata a capanna preceduta da un ampio atrio porticato. L’atrio, di forma quadrata e ornato da archetti pensili e lesene, crea un suggestivo spazio di passaggio simbolico tra il mondo esterno e quello sacro dell’edificio.
L’impianto della chiesa è a tre navate, separate da colonne e pilastri, con copertura a volte a crociera e abside semicircolare, senza transetto. La navata centrale presenta delle campate con dimensione doppia rispetto a quelle delle navate laterali ceh sono sormontate da matronei. L’elemento più caratteristico della facciata è la presenza di due campanili asimmetrici: il Campanile dei Monaci, più alto, risale all’XI secolo ed era legato al monastero benedettino, mentre quello dei Canonici, più basso e più antico, è databile al IX secolo. La basilica è un perfetto esempio del romanico lombardo per la compattezza delle forme, la funzionalità degli spazi e la ricca decorazione scultorea a fini didattici e simbolici.

Altare in oro di Volvinio
Tra le opere d’arte più importanti presenti all’interno vi è il celebre Altare d’oro di Volvinio, capolavoro di oreficeria carolingia realizzato nel IX secolo, decorato con smalti e rilievi raffiguranti scene della vita di Cristo e dei santi. Di grande valore anche il Ciborio, struttura a baldacchino sopra l’altare maggiore, risalente allo stesso periodo, sostenuto da quattro colonne con capitelli riccamente scolpiti. L’Ambone, da cui si leggeva il Vangelo, è un altro esempio pregevole di scultura romanica. Nella zona absidale si conserva un importante mosaico del XII secolo, raffigurante Cristo Redentore affiancato dai santi Gervasio e Protasio, patroni della città insieme ad Ambrogio.


Sotto l’altare maggiore si trova la cripta, dove sono conservati i corpi di Sant’Ambrogio e dei due martiri, visibili attraverso un sarcofago in vetro. Questo spazio è particolarmente significativo per la devozione popolare e per la memoria della storia cristiana milanese. La basilica, con la sua architettura sobria e solenne, rappresenta in modo esemplare i valori spirituali e simbolici del romanico: la solidità della fede, la funzione educativa delle immagini scolpite, il senso di comunità e raccoglimento. Influenzò profondamente l’architettura religiosa lombarda e rimane ancora oggi un punto di riferimento imprescindibile per comprendere l’evoluzione dell’arte medievale in Italia.
Il Duomo di Modena

Il Duomo di Modena è uno dei massimi capolavori dell’arte romanica europea. La sua costruzione fu avviata nel 1099 per iniziativa del vescovo di Modena e affidata al maestro Lanfranco, architetto di grande talento, affiancato dallo scultore Wiligelmo, autore delle decorazioni scultoree. Il duomo fu costruito per ospitare le reliquie di San Geminiano, patrono della città, ed è divenuto nei secoli un simbolo dell’identità civica e religiosa di Modena.
La chiesa fu consacrata nel 1184 e ha mantenuto nel tempo l’impianto originario romanico, nonostante i successivi interventi gotici e rinascimentali.
L’esterno della cattedrale si presenta in pietra bianca, con una facciata a salienti decorata da arcate cieche, rosone e un ricco apparato scultoreo che caratterizza l’intero edificio. Tra i rilievi più celebri vi sono quelli realizzati da Wiligelmo sulla facciata principale, che raffigurano episodi tratti dal libro della Genesi con uno stile plastico, sintetico e fortemente espressivo, in grado di comunicare anche a un pubblico non colto.
Interno del Duomo di Modena
L’interno della chiesa è a tre navate separate da colonne e pilastri, con volte a crociera e una cripta che custodisce l’urna con le spoglie di San Geminiano. Le navate laterali sono rialzate e si aprono in gallerie che creano un suggestivo gioco di luce e ombra. La decorazione interna conserva affreschi medievali, sculture, capitelli decorati e un suggestivo gruppo ligneo del Compianto su Cristo Morto.



Particolarmente significativa è anche la presenza della torre campanaria detta “Ghirlandina”, alta oltre 86 metri e visibile da tutta la città: un elemento architettonico che svolgeva una funzione religiosa ma anche simbolica e difensiva. Il Duomo di Modena, insieme alla Ghirlandina e a Piazza Grande, è stato riconosciuto patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1997 per l’eccezionale valore storico, artistico e culturale che rappresenta.
L’arte di Lanfranco e Wiligelmo rappresenta il connubio perfetto tra architettura e scultura, fede e arte, testimoniando l’energia culturale del Romanico padano.

Romanico veneto
Caratteristiche:
- Forte influenza bizantina, soprattutto nelle strutture a cupola
- Presenza di mosaici e di piante a croce greca
- Elementi decorativi raffinati e orientalizzanti
Opere principali:
- Basilica di San Marco, Venezia: pur essendo una basilica bizantina nella sostanza, è il cuore spirituale del romanico veneto.
- Cattedrale di San Zeno, Verona: fusione di elementi romanici e bizantini; ricca facciata con rosone e sculture di Niccolò.
- Abbazia di Pomposa, Ferrara: affreschi romanici e campanile slanciato.
- Basilica di Santa Maria Assunta, Isola di Torcello a Venezia
Basilica di San Marco a Venezia
La Basilica di San Marco, situata in Piazza San Marco a Venezia, è uno dei più importanti esempi di architettura bizantina in Italia e simbolo per eccellenza del potere e della spiritualità della Repubblica di Venezia.
Iniziata nell’828 come cappella privata del doge per custodire le reliquie dell’evangelista Marco trafugate da Alessandria d’Egitto, fu ricostruita a partire dal 1063 secondo uno stile ispirato alle grandi chiese dell’Oriente cristiano, in particolare alla chiesa dei Santi Apostoli di Costantinopoli.

La pianta della basilica è a croce greca con cinque cupole emisferiche sormontate da lanternoni, soluzione architettonica che conferisce all’edificio un forte impatto scenografico. L’interno e l’esterno sono riccamente decorati con mosaici a fondo oro, marmi policromi e colonne di spoglio provenienti da diverse aree del Mediterraneo, segno tangibile della potenza marinara e commerciale di Venezia.

I mosaici raccontano episodi dell’Antico e del Nuovo Testamento, la vita di San Marco e della città di Venezia, con uno stile che fonde elementi bizantini, romanici e gotici, arricchendosi nei secoli grazie all’intervento di numerosi artisti. La facciata principale è suddivisa su due ordini: in basso si trovano cinque portali con archi acuti decorati da marmi intarsiati e colonne, mentre nella parte superiore si aprono logge e frontoni impreziositi da statue e bassorilievi.

Cavalli di San Marco
Al centro si trova la copia dei celebri Cavalli di San Marco, originali di bronzo di età romana che un tempo decoravano l’ippodromo di Costantinopoli, portati a Venezia dopo la quarta crociata. L’interno colpisce per la sontuosità dell’apparato decorativo: oltre 8000 metri quadrati di mosaici ricoprono pareti, volte e cupole, creando un ambiente di luce dorata e sacralità immobile.

L’altare maggiore ospita la Pala d’Oro, una delle opere più preziose dell’oreficeria medievale, realizzata a Costantinopoli e arricchita da pietre preziose, smalti e incisioni.
La Pala d’Oro è uno dei capolavori assoluti dell’oreficeria medievale e uno degli elementi più preziosi e affascinanti conservati all’interno della Basilica di San Marco a Venezia. Collocata sull’altare maggiore, fu concepita come pala d’altare e si presenta come un grande trittico in oro smaltato, impreziosito da centinaia di pietre preziose, smalti cloisonné e raffinati ceselli. La sua origine risale al 976, per volontà del doge Pietro Orseolo I, ma l’opera fu ampliata e trasformata più volte nel corso dei secoli, in particolare nel 1105 sotto il doge Ordelaffo Falier e poi nel 1345 per opera dell’orefice veneziano Giovanni Paolo Boninsegna, che la incastonò in una cornice gotica riccamente decorata. Il pannello misura circa 3,45 metri in larghezza e 1,40 metri in altezza, ed è composto da più di ottanta smalti bizantini su fondo dorato che raffigurano scene della vita di Cristo, della Vergine, di San Marco e degli evangelisti.
Il Cristo in trono benedicente
Al centro della composizione domina la figura del Cristo in trono benedicente, circondato dai simboli degli evangelisti, e sormontato da una rappresentazione del Cristo Giudice tra angeli e santi. Ai lati sono distribuite le scene cristologiche, mentre nella fascia inferiore si trova una ricca teoria di santi, apostoli e profeti. Le decorazioni in oro sono incastonate con gemme, perle, rubini, smeraldi, zaffiri e ametiste, molte delle quali provenienti dai tesori orientali conquistati durante la quarta crociata e portati a Venezia dopo il saccheggio di Costantinopoli del 1204. Gli smalti cloisonné, realizzati con la tecnica bizantina che prevedeva la suddivisione delle figure in piccole celle (cloisons) riempite di pasta vitrea colorata, conferiscono all’opera una brillantezza e una profondità cromatica straordinaria.
La pala rappresenta un unicum per il suo stato di conservazione, la ricchezza dei materiali, la complessità teologica del programma iconografico e la perfetta sintesi tra arte bizantina e gusto gotico veneziano. La Pala d’Oro non è solo un’opera d’arte di inestimabile valore, ma anche un simbolo della spiritualità e della potenza della Serenissima, posta sull’altare più importante della città e visibile al pubblico durante le solennità religiose. Oggi è possibile ammirarla da vicino grazie a un sistema di apertura e rotazione che ne consente la visione al di fuori delle celebrazioni liturgiche, permettendo di cogliere da vicino la minuziosa lavorazione e la ricchezza iconografica che ne fanno uno dei vertici assoluti dell’arte medievale europea.
Il pavimento musivo, realizzato con motivi geometrici e figurativi, aggiunge ulteriore preziosità allo spazio liturgico.

La basilica come cuore della Serenissima
La basilica rappresentava il cuore religioso, simbolico e cerimoniale della Serenissima, sede delle incoronazioni dogali e teatro delle grandi celebrazioni della Repubblica. L’insieme architettonico e decorativo della basilica di San Marco testimonia il legame profondo tra Venezia e il mondo bizantino, ma anche la capacità della città lagunare di elaborare un linguaggio artistico autonomo, sontuoso e cosmopolita. La basilica è tutt’oggi sede del patriarcato e uno dei luoghi più visitati e amati al mondo, emblema della spiritualità veneziana e della sua gloriosa storia.
San Zeno



Abbazia di Pomposa



Basilica di Santa Maria Assunta
Romanico toscano
Caratteristiche generali:
- Uso del marmo bicromo (bianco e verde/nero)
- Facciate a logge sovrapposte
- Decorazioni con fasce orizzontali, motivi a zig-zag, archi ciechi
- A Pisa: influsso orientale
- A Firenze: gusto più classico e geometrico
Opere principali:



- Duomo di Pisa: marmo bianco, archi ciechi e loggette, pianta basilicale latina a cinque navate.
- Torre di Pisa e Battistero
- Battistero di San Giovanni, Firenze: struttura ottagonale, decorazioni geometriche e influssi classici.
- Chiesa di San Miniato al Monte, Firenze: uno dei capolavori del romanico fiorentino, con facciata armonica e marmo policromo.
Battistero di San Giovanni




Chiesa di San Miniato al Monte






Romanico pugliese
Caratteristiche:
- Influssi bizantini, normanni e arabi
- Strutture robuste e severe, spesso a pianta basilicale
- Decorazioni ricche, portali scolpiti, motivi orientali, grifoni, telamoni
Opere principali:


- Cattedrale di Trani: costruita in pietra chiara locale, alta facciata, portale riccamente decorato, campanile monumentale.
- Cattedrale di Bitonto: uno degli esempi più eleganti del romanico pugliese, con decorazioni scultoree raffinate.
- Basilica di San Nicola, Bari: forte influsso bizantino, con struttura a tre navate e abside rialzata.
Basilica di San Nicola





Romanico siciliano
Caratteristiche:
- Sintesi unica di elementi normanni, bizantini e arabi
- Uso di archi ogivali, mosaici dorati e decorazioni a muqarnas
- Spiccata verticalità e ricchezza simbolica
Opere principali:
- Duomo di Monreale: interni completamente ricoperti di mosaici bizantini, tra i più estesi del mondo cristiano.
- Cappella Palatina, Palermo: capolavoro assoluto, fusione perfetta tra arte araba (soffitti lignei intagliati), bizantina (mosaici) e normanna (struttura).
- Cattedrale di Cefalù: chiesa-fortezza con torri e mosaici absidali, voluta da Ruggero II.
Duomo di Monreale
Il Duomo di Monreale, ufficialmente la Cattedrale di Santa Maria la Nuova, è uno dei capolavori assoluti dell’architettura normanno-bizantina in Sicilia e dell’arte medievale europea. Sorge a pochi chilometri da Palermo, in posizione dominante sulla Conca d’Oro, ed è uno straordinario esempio di fusione tra culture e linguaggi artistici differenti: latino, bizantino, arabo e normanno.
Venne edificato per volere di Guglielmo II d’Altavilla, detto il Buono, a partire dal 1174. Secondo la tradizione, il re normanno volle edificare una grande cattedrale dedicata alla Vergine dopo un’apparizione miracolosa e un voto fatto in gioventù. Guglielmo intendeva realizzare una nuova sede religiosa capace di rivaleggiare con il potere arcivescovile di Palermo, consolidando allo stesso tempo il prestigio della monarchia normanna.




Impianto architettonico
L’impianto architettonico presenta una pianta basilicale a tre navate con transetto, abside e copertura a capriate lignee. La struttura si ispira a modelli dell’architettura romanica latina, ma già l’esterno denuncia influenze islamiche nelle decorazioni geometriche in pietra lavica e calcarea e nell’uso degli archi intrecciati. Due torri incompiute affiancano la facciata, preceduta da un portico aggiunto nel Seicento. Ma il vero capolavoro si svela all’interno.


L’interno del Duomo di Monreale è celebre per il ciclo musivo che riveste quasi interamente le superfici murarie: si tratta di oltre 6000 metri quadrati di mosaici a fondo oro, realizzati da maestranze bizantine con tecnica raffinata tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo. L’iconografia è di straordinaria ricchezza e chiarezza teologica. Il programma figurativo si sviluppa in senso narrativo e teologico, partendo dalla creazione del mondo e della vita umana, raccontata lungo le navate, fino alle storie di Cristo e del Nuovo Testamento, collocate nel transetto. Il punto focale è la gigantesca figura del Cristo Pantocratore nell’abside centrale: il volto ieratico e solenne, immerso in uno sfondo dorato, domina lo spazio sacro e rappresenta il vertice simbolico del messaggio salvifico cristiano. Il Pantocratore di Monreale è uno dei più intensi e maestosi dell’intera arte bizantina.

I capitelli con decorazioni romaniche
Le colonne che dividono le navate presentano capitelli con decorazioni romaniche e classicheggianti. Il pavimento in marmi policromi è un altro elemento che richiama l’influenza dell’arte bizantina e islamica, mentre il soffitto ligneo a capriate dipinte presenta motivi decorativi arabo-normanni. Interessante anche il portale bronzeo, realizzato nel 1185 da Bonanno Pisano, lo stesso autore della porta di San Ranieri del Duomo di Pisa: è decorato da formelle narrative con scene del Vecchio e del Nuovo Testamento.

Adiacente al Duomo si trova il chiostro benedettino, parte integrante del complesso monastico originario. Il chiostro è uno dei capolavori della scultura medievale: presenta 228 colonne binate, molte delle quali decorate con motivi vegetali, figurativi e scene narrative. L’insieme è un omaggio all’arte orientale, romanica e islamica, in una sintesi unica nel panorama europeo. Alcune colonne sono rivestite da mosaici in vetro colorato, creando un suggestivo gioco di luce e simbolismo.
Il Duomo di Monreale rappresenta una perfetta incarnazione della Sicilia medievale come crocevia di civiltà. In esso si riflettono la religiosità latina, la raffinatezza bizantina, la sapienza costruttiva islamica e l’autorità normanna. È un esempio eccelso di arte sacra e di potere regale, concepito non solo come luogo di culto, ma anche come affermazione della regalità cristiana nel Mediterraneo.
Oggi il Duomo è Patrimonio dell’Umanità UNESCO e continua a suscitare meraviglia per la sua capacità di evocare un’epoca di grandezza culturale e spirituale. La sua visione resta una delle esperienze più coinvolgenti della visita alla Sicilia artistica e religiosa.
Cappella Palatina




Duomo di Cefalù






Il Romanico in Italia è un esempio eccezionale di pluralismo stilistico. Ogni regione ha integrato le influenze locali e le esigenze religiose e politiche in una sintesi architettonica originale, rendendo il Romanico uno dei momenti più alti della creatività medievale. Attraverso pietra, marmo, mosaici e simboli, l’arte romanica comunica ancora oggi un senso di eternità, ordine e sacralità educativo oltre che estetico

Itinerari culturali / La città che sale di Boccioni

Alava , Juan de
Juan de Álava (1480–1537) è stato un importante architetto e scultore spagnolo del periodo rinascimentale, noto per il suo lavoro nella città di Salamanca, dove ha lasciato un’impronta significativa con le sue opere in stile plateresco.
