Il progetto dell’architetto portoferraiese Massimiliano Pardi a servizio della spiaggia considerata fra le più belle d’Italia

PORTOFERRAIO — Un progetto che ha fatto parlare di sè dalle pagine di alcune riviste specializzate di settore. E’ Il nuovo ristorante – bar Reef Sansone , collocato sul promontorio che si affaccia sulla spiaggia, all’interno della Costa Bianca di Portoferraio nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, a servizio della spiaggia di Sansone, tra le dodici spiagge più belle d’Italia, secondo la nota rivista di viaggi americana Condé Nast Traveler.

“L’idea progettuale – ci racconta l’architetto Massimiliano Pardi –  si andava quindi ad inserire in un contesto naturalistico sottoposto a tutela paesaggistica e da qui: quali precauzioni adottare, quali attenzioni avere, quali aspetti da mettere in risalto?

Per questi motivi si sono ricercati, proprio nel contesto naturalistico, continui suggerimenti per soluzioni morfologiche e materiche, indirizzando le scelte progettuali sull’integrazione fra ambiente e costruito.
Da qui la necessità di utilizzare materiali naturali, come i pannelli isolanti in fibra di legno e i materassini in lana vergine di pecora, utilizzati anche per non contaminare il sito durante la fase di realizzazione.

La progettazione del verde è stata pensata per permette alla macchia mediterranea stessa di penetrare nel progetto, abbiamo quindi realizzato due orti verticali che ricoprono due facciate dell’edificio, per i quali sono state scelte fioriture e piante aromatiche che crescono spontaneamente in questi luoghi.

La scelta di piante autoctone e utilizzabili in cucina è frutto della ricerca di una soluzione utile e allo stesso tempo originale e creativa. Un piccolo giardino pensile sulla terrazza racchiude in sé alcune piante della macchia mediterranea per ritrovare e saper riconoscere la vegetazione tipica che circonda la struttura.
La struttura è stata realizzata completamente a secco in ferro e legno, permettendo così di realizzare l’opera senza eseguire movimenti di terra.

Altra accortezza è stata quella del recupero delle acque meteoriche, raccolte in un apposito deposito, posizionato fuori terra, permettendo così di non realizzare le opere di sbancamento necessarie per la sua posa. L’intero ciclo di recupero viene reimpiegato per i consumi per le pulizie e l’innaffiamento dei giardini”.

Il risultato è quindi una perfetta integrazione fra ambiente e tecnologia, senza alterare la bellezza di uno dei luoghi più belli dell’isola dando allo stesso tempo un servizio di livello assoluto.

@quinewselba.it

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