Ogni civiltà, cultura e tradizione esiste in quanto situata in un dato luogo e in un dato periodo storico. Ma a sua volta essa non è qualcosa di statico, bensì il risultato di scambi commerciali, di incontri e scontri con altre culture. Tutto ciò contribuisce a renderla unica e irripetibile, ma allo stesso tempo a rinnovarsi in continuazione. E il cibo fa parte di questo processo.
Dalle infinite vicende che hanno portato, a volte anche casualmente, alla scoperta di zone del mondo prima sconosciute, sono giunte in Europa alcune particolarità agricole così care a noi italiani. Una di esse è certamente il pomodoro. Infatti, originario delle regioni tropicali e subtropicali del Cile, del Perù e dell’Ecuador, dopo la scoperta dell’America di Cristoforo Colombo giunge in Spagna e quindi a Napoli, che all’epoca era un possedimento spagnolo, poi a Genova e a Nizza e in tutta la Provenza.
Ma è solo nell’800 che, soprattutto nel Sud Italia, il pomodoro diventa il miglior “amico” della pasta e della pizza, e oggi, assieme ad altri prodotti come il caffè, il cioccolato, la mozzarella o il parmigiano, è un simbolo dello stile italiano in cucina nel mondo intero.
Un altro esempio è rappresentato dai fagioli. Anch’essi originari dell’America, vengono importati in Europa dopo i viaggi di Cristoforo Colombo, e in poco meno di un secolo diventano, insieme alle patate, uno dei piatti principali dell’alimentazione soprattutto delle classi meno abbienti
Fonte isprambiente.gov.it
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