Prodotto Agroalimentare Tradizionale del Veneto
Grappa veneta, Grappa del Veneto.
Il termine “grappa” viene comunemente usato per l’acquavite ottenuta attraverso la distillazione delle vinacce, ricche di profumi e di sapori. Viene immessa al consumo con un titolo alcolometrico non inferiore a 40°, può essere denominata anche con i termini aggiuntivi “riserva” o “stravecchia” se affinata per almeno 18 mesi.

L’apparecchio tuttora utilizzato per produrre la grappa “artigianale” è un alambicco (o “lambicco”), ovvero una caldaia in cui si pongono le vinacce da distillare: il vapore che se ne sprigiona viene raccolto e portato allo stato liquido in una tubatura dove si condensa. Questo procedimento, apparentemente semplice, richiede molta attenzione nella distillazione, infatti, il processo più importante è il taglio della “testa” (satura di metanolo) e della “coda” e la conservazione del “cuore”.
Attualmente la grappa è stata rinnovata nel suo gusto attraverso tecnologie che consentono alle vinacce una fermentazione “controllata”, così come avviene per l’uva: con questi procedimenti è nata una nuova generazione di grappe leggere e fruttate, in grado di soddisfare i gusti più moderni di quanti cercano naturalità e finezza. Per la preparazione della “Grappa veneta” si possono aggiungere: piante aromatiche, frutta e zuccheri.
Tradizionalità
Si ritiene che la distillazione delle vinacce sia incominciata nel Veneto tra il 1200 e il 1300, quando Venezia era un importante mercato di acquavite di vino e di vinaccia che esportava in Germania e Oriente, come rimedio contro la peste e la gotta. L’uso della grappa era essenzialmente terapeutico, per casi di soffocamento ed intossicazione, per sfregamenti contro il congelamento o come aiuto per un’azione più efficace di altri medicamenti da ingerire; per questo la produzione della grappa era riservata ai farmacisti e ai medici.
Nel 1876, a Conegliano, presso la “Regia Scuola di Viticoltura ed Enologia” il prof. Emilio Comboni contribuì al miglioramento qualitativo di questo distillato (l’alambicco a fuoco diretto che lui perfezionò e divulgò è diventato il simbolo della “Grappa veneta”). Nel secondo dopoguerra il prodotto fece un balzo sostanziale e di immagine che gli ha consentito di emanciparsi defi nitivamente da un retaggio di “rusticità”, per puntare al perfezionamento qualitativo all’insegna della leggerezza, con potenzialità di penetrazione e di affermazione nei mercati vicini e lontani.
Territorio interessato alla produzione: Tutto ,il territorio regionale

Fagiolo gialét PAT Veneto
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Biscotti pazientini PAT del VENETO
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Capezzoli di Venere PAT del VENETO
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