Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Sardegna
Galletta di Carloforte/Galétta du Paize
La galletta di Carloforte è un prodotto da forno di consistenza dura e asciutta e di forma solitamente rotonda. Viene anche definito “pane dei marinai e dei pescatori” perché rappresentava la derrata della gente di mare, vista la possibilità di conservazione del prodotto per lunghi periodi. La ricetta, che si tramanda di generazione in generazione, viene creata con gli avanzi di ogni singolo impasto di pane (pane di pasta soda, pane di semola, pane all’olio etc.) poiché anticamente la galletta veniva fatta come ultimo impasto del giorno. Può essere definito anche come un “pane duro” che per essere consumato deve essere reidratato o ammorbidito. Oltre ai diversi impasti, per la produzione delle gallette vengono utilizzati anche strutto e farina.
A fine giornata gli avanzi di ogni singolo impasto di pane e cioè l’impasto del pane di semola, del pane a pasta soda e del pane all’olio vengono reimpastati tutti insieme con l’aggiunta di strutto e farina. L’impasto ottenuto viene lavorato a forma di cilindro per poi essere passato o in una sfogliatrice con l’apposito stampo per due o tre volte, oppure fatto a mano, con gli appositi stampi a forma tonda, forzando lo stampo sulla striscia di pasta, alta circa un cm e mezzo, posta su una tavola in legno e lasciata lievitare ancora per circa mezz’ora. Viene cotta in forno a 200° per circa 20 minuti e una volta raffreddata, conservata in sacchetti di plastica trasparenti una sull’altra. Si conserva in luogo asciutto per circa sei mesi. Costituisce inoltre uno degli ingredienti principali di un altro piatto tipico di Carloforte, ovvero la “Capunadda”.
Tradizionalità
La Galletta di Carloforte è uno tra i più antichi e tipici prodotti della gastronomia tabarchina, in quanto deve la sua presenza sull’Isola proprio per la storia della sua comunità. Nel 1540, infatti, l’isola di Tabarca in Tunisia, prospiciente la città omonima, venne data dal “Bey di Tunisi” in concessione alla famiglia genovese dei Lomellini. L’isola di Tabarca era ricca di banchi coralliferi, e la concessione venne data come riscatto per la liberazione del corsaro Dragut, catturato dai Doria quello stesso anno. Dal 1540 per ben due secoli Tabarca rimase colonia di Genova. I Lomellini facevano parte dell’entourage di Andrea Doria che governava Genova ed erano legati per parentela alla famiglia Grimaldi. I Lomellini per colonizzare Tabarca invitarono alcuni gruppi di abitanti pegliesi (pescatori di corallo e commercianti) a stabilirsi sull’isola promettendo guadagni elevati e condizioni di vita migliori.
Ed è fin dal 1500 che la galletta veniva usata come sostituto del pane a bordo delle barche da pesca perché durava a lungo e già da allora costituiva uno degli ingredienti della antica pietanza dei corallari, la “Capunadda”. Nel 1738, a causa dell’esaurimento dei banchi corallini e del deterioramento dei rapporti con le popolazioni arabe, Carlo Emanuele III regnante di Sardegna invitò i coloni a stabilirsi sull’Isola di San Pietro, allora disabitata, per fondare un nuovo comune, Carloforte, nome scelto in onore del sovrano. I coloni portarono con sé sull’Isola di San Pietro quel bagaglio di conoscenze ed esperienze legate anche alla cultura ligure. La galletta di Carloforte ancora oggi viene proposta dai panifici di Carloforte seguendo la ricetta che si tramanda di generazione in generazione.
Territorio di produzione: Comune di Carloforte
Binu de arangiu PAT della Sardegna
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Carapigna – Sorbetto al limone PAT Sardegna
Sorbetto al limone di colore bianchissimo e dalla caratteristica consistenza simile a quella della neve fresca.