
Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Campania
frittura all’italiana, cuoppo
Insieme di preparazioni che venivano offerte nel cosiddetto “cuoppo”, cono realizzato con carta spessa di colore giallo-senape. comprende crocché di piccole dimensioni, paste cresciute o zeppulelle (pasta lievitata fritta), ciurilli (fiori di zucca in pastella), mulignane (rondelle di melanzana in pastella), ma spesso comprende anche alici, cavolfiore, animelle, ricotta e riso, il tutto avvolto in pastella, fritto in olio abbondante, non caldissimo (deve sempre friggere qualcosa) ed offerto nel “cuoppo” dalle “friggitorie”.

Descrizione delle metodiche di lavorazione, condizionamento, stagionatura
La base della preparazione è la pastella, realizzata con farina, acqua, sale e criscito o lievito di birra, senza grumi e “lenta” cioè molto liquida, in cui vengono immersi gli ortaggi tagliati, o le animelle pulite, i tocchetti di baccalà “spugnato” (tenuto a mollo nell’acqua e cambiato più volte), quadrati di polenta rappresa, ricotta amalgamata con pepe e sale, o i fiori di zucca (eliminando il pistillo duro). completano la frittura le “zeppulelle”, piccoli pezzi di pasta lievitata fritti, crocché (di dimensioni più piccole del crocché vero e prorpio, e senza fiordilatte all’interno), piccoli arancini detti “palle di riso” (riso bollito, con piselli o carne trita, facoltativa la salsa di pomodoro, impanati). Il tutto viene fritto in olio abbondante, cambiato spesso, e quindi offerto nel “cuoppo” che ha anche funzione di assorbimento dell’olio di frittura in eccesso.
Materiali, attrezzature e locali utilizzati per la produzione
- ortaggi tagliati a rondelle o strisce o tocchetti (cavolfiore, melenzane, zucchine, peperoni);
- animelle di vitello;
- fiori di zucca;
- pasta lievitata;
- alici di piccole dimensioni, private della testa e delle viscere, ma non della coda e della lisca;
- baccalà “spugnato”;
- per i crocchè: patate a pasta gialla, vecchie, farinose, uova, prezzemolo tritato, sale, pepe, formaggio grattugiato, pangrattato, farina e albume d’uovo sbattuto;
- olio extravergine di oliva o di semi;
- padella in ferro (detta “sartana”);
- per le “palle di riso”: riso bollito, uova, piselli, carne trita, salsa di pomodoro, stessa panatura dei crocché;
- ricotta;
- grossa schiumarola
- carta da pane o assorbente.
Osservazioni sulla tradizionalità
La frittura napoletana è assieme alla pizza il tipico cibo da strada della tradizione napoletana, normalmente offerto ai passanti e consumato in strada passeggiando; citata in innumerevoli testi di cucina. Il prodotto è diffusissimo nella città di Napoli e nella provincia, ad opera delle cosiddette friggitorie, ma anche nei ristoranti e nelle pizzerie.
Territorio interessato alla produzione
Tutta la regione, ma specialmente nel napoletano

Olio extravergine di oliva Colline beneventane PAT Campania
In Campania la pratica della coltivazione dell’olivo risale ai Greci e ai Fenici, che diffusero l’uso dell’olio in tutti i territori colonizzati, come alimento e come ingrediente di unguenti e profumi. I Romani, poi, ne favorirono la coltivazione, soprattutto in provincia di Benevento, poiché Iuvat olea magnum vestire Taburnum cioè “conviene rivestire di oliveti il…

Fagiolo della regina di San Lupo PAT Campania
Ecotipo locale con baccello schiacciato, con 5-6 semi, seme di forma irregolare, depressa, poligonale; dimensione medio-piccola; colore nocciola molto chiaro, più scuro in corrispondenza della cicatrice ilare, buccia sottilissima, di elevata digeribilità; pianta a portamento rampicante, sviluppo indeterminato, fiore bianco con sfumature violacee.

Melanzane a scarpone PAT Campania
Si tagliano le melanzane in due parti uguali per il senso della lunghezza, eliminandone l’apice; si svuotano della polpa spugnosa interna lasciando intera la polpa aderente alla buccia: si realizzano così gli “scarponi” o “barchette”, che vengono fritti. Una volta eliminato l’olio residuo con carta assorbente si riempiono con polpa di melanzane tagliata a dadini…