Fragolina di Nemi PAT Lazio

Prodotto Agroalimentare Tradizionale del LAZIO

La Fragolina coltivata tradizionalmente a Nemi appartiene alla specie Fragaria vesca varietà semperflorens Duch. (fragola di bosco di origine europea). I frutti primari e secondari hanno forma allungata e fusiforme, a volte conico arrotondata, sono di dimensioni piuttosto ridotte ed hanno un peso medio ponderato di 1,2 g (minimo 0,5-massimo 2,2). Il colore superficiale del frutto è rosso vivo, la polpa è biancastra, spesso tinta di rosso a completa maturazione. Il sapore è mediamente dolce e mediamente acidulo. L’aroma è molto intenso. Il prodotto Fragolina di Nemi proviene dalla coltivazione della varietà autoctona a rischio di erosione genetica, Fragolina di Nemi, tutelata dalla L.R. 1 marzo 2000n. 15.

METODO DI PRODUZIONE

I terreni su cui nascono spontaneamente le Fragoline di Nemi sono di medio impasto, tendenti allo sciolto, acidi o sub-acidi, dotati di ottima permeabilità, elevata fertilità, con buone dotazioni di fosforo e potassio, carenti di calcio e ferro. Le piante delle Fragoline sono impiantate manualmente a marzo con l’ausilio del “pizzuto” di legno, all’inizio della primavera in aiuole larghe circa 1 mq, con densità di 36 piante/mq. Le piante hanno un’alta capacità stolonante (localmente gli stoloni sono detti “lupari”) che permette la copertura del terreno (“apprattamento”) già alla fine dell’estate. Le concimazioni sono generalmente organo-minerali con ridotte quantità di azoto. A mano si asportano le erbe infestanti. L’irrigazione si effettua a pioggia o per scorrimento ogni 2-3 giorni, soprattutto in estate, perché la pianta è sensibile alla siccità. L’epoca di fioritura va da aprile a settembre. La raccolta si effettua esclusivamente a mano ogni 4-5 giorni, nel periodo che va dai primi di maggio fino ad ottobre.

CENNI STORICI

Detta anche fragola rifiorente, fragola delle quattro stagioni o fragola d’ogni mese, la Fragolina di Nemi vanta una storia secolare. Nasce spontanea, da secoli, nei boschi della valle del Lago di Nemi dove trova un microclima favorevole. Trapiantata e coltivata con pazienza e bravura, rimane in produzione per 3-4 anni. Si tratta di un prodotto ‘faticoso’: bisogna passare fra i filari almeno una volta la settimana ad estirpare a mano le erbe infestanti, proteggere i frutti in via di maturazione da uccelli e insetti e, infine, coglierli, naturalmente a mano e a schiena curva. Per ogni chilo di fragole raccolte, sono necessarie ore di duro lavoro che da sempre è affidato alle mani sapienti delle donne,chiamate ‘le fragolare’, le protagoniste della storica Sagra: sfilano in corteo per il paese abbigliate con l’antico costume tradizionale (gonna rossa, bustino nero, camicetta bianca e mandrucella in testa). La Sagra delle Fragole, che si tiene ogni anno la prima domenica di luglio, è una delle più blasonate, rinomate e antiche feste di paese anche se non si conosce con precisione la data della sua istituzione. Con certezza, però, è anteriore al 1922, data a cui risale una delibera comunale con cui si stanziano dei fondi per i festeggiamenti e la distribuzione di fragole. Esiste, inoltre, un’incisione di Bartolomeo Pinelli, realizzata nel 1822, in cui è rafgurato Il trionfo delle fragole alla Rotonda (cioè al Pantheon) e che testimonia l’esistenza di una festa delle fragole che da secoli si teneva a Roma il 13 di giugno. Anche nella festa romana c’erano ‘le fragolare’ e una distribuzione pubblica di frutti. E, dato che all’epoca la frutta per il mercato di Roma veniva tutta dai Castelli, non sembra azzardato pensare che le fragole fossero fornite dai coltivatori di Nemi. Si è ipotizzato che la festa sia stata soppressa a Roma e probabilmente trasferita a Nemi, in occasione dell’arrivo dei Savoia, nel 1870, quando il Papa si rinchiuse in Vaticano e Roma entrò, per così dire, in lutto. Certamente, però, si parla già di Fragole e fiori di Nemi come prodotti tipici negli Atti dell’Inchiesta Parlamentare Jacini sullo stato dell’agricoltura del neonato Regno d’Italia (1877- 1884). Il picco della produzione si è avuto nel dopoguerra (inizio ’50).

Territorio di produzione

Nemi (ROMA)

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