Ferlengo o finferlo di Tarquinia PAT Lazio

Prodotto Agroalimentare Tradizionale del LAZIO

Ferlengo è il nome con il quale nel Viterbese si identifica il Pleurotus eryngii, varietà pherulae, della famiglia delle Pleurotacee, genere Pleurotus, noto come “fungo della ferla”, perché cresce nelle ceppaie di ferula, piante spontanee diffuse nei campi incolti del territorio di Tarquinia e Monteromano, simili al finocchio selvatico. Il Ferlengo ha un cappello carnoso, liscio, a forma di ventaglio o di ostrica; un gambo non molto lungo, color bianco sporco, lamelle fortemente decorrenti sul gambo, mediamente fitte. Ha carne biancastra, odore trascurabile, sapore dolce.

METODO DI PRODUZIONE

I boschi del viterbese costituiscono un territorio ideale per le più svariate specie fungine, grazie ad una combinazione di fattori: una vegetazione varia (boschi di faggio, querce, castagni, carpini, aceri, conifere, ecc.), ricchezza di minerali ed acqua e temperature donee. Le raccolte del Ferlengo iniziano, a seconda delle condizioni metereologiche, tra la fine di agosto e la prima quindicina di settembre; a volte, se la siccità perdura, si giunge anche a novembre.

CENNI STORICI

Le prime notizie relative al Ferlengo si traggono da un frammento tratto dal “Canto del Pellegrino buongustaio”, scritto da un cittadino anonimo di Tarquinia, nel XV secolo. Si fa riferimento all’esistenza di una sagra del Ferlengo a Tarquinia già a quell’epoca. Il Canto viene messo all’indice dal Santo Uffizio poiché, si diceva, inducesse a peccati di gola i pellegrini. Una copia venne bruciata sulla piazza del Belvedere di Tarquinia. Dopo secoli, il testo è stato trovato in un archivio privato. Così recita a proposito del Ferlengo: Ver la sagra del fungo ferlengo Pellegrino su vieni a Corneto pur se i funghi non son di tuo gusto Forestiero tu vieni l’istesso Da mangiar non ci son solo quelli Lauti pranzi et cene troverai Vin gagliardi e piatti maremmani anco pur piova o soffi lo vento Buongustatio tu vien l’istesso H’avvi tenda più grande d’un circo ad offrirti riparo a Corneto. Ancora oggi, a fine ottobre, la città di Tarquinia ospita una sagra dedicata a questo fungo. Il Ferlengo compare tra i prodotti più caratteristici di Tarquinia in una
rivista turistica locale del 1976 e, più tardi, la stessa rivista gli dedica un articolo in cui si dice che il Ferlengo nasce e si riproduce in un territorio angusto e dai confini brevissimi: “triangolo nel quale le macchie comprese tra Tarquinia, Monteromano e Tuscania, costituiscono il 95% del territorio. Al di fuori di questa zona il Ferlengo non esce ed ha solo qualche cugino povero come la caldarella dei monti della Tolfa”.

Territorio di produzione

Tarquinia e provincia di Viterbo

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