Prodotto Agroalimentare Tradizionale dell’Umbria
Dolce basso di consistenza morbida costituito da tre strati: uno di fondo formato da amaretti e farina, uno centrale chiaro e morbido come un budino, uno superficiale di colore marrone scuro costituito dal cioccolato.
Descrizione delle metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura
Ingredienti:
- latte
- uova intere
- zucchero
- amaretti sbriciolati
- limone grattugiato
- cioccolata fondente grattugiata
Lavorazione: in un contenitore si sbattono le uova con lo zucchero, si aggiungono gli altri ingredienti e si
amalgama il tutto. Il preparato liquido si versa in una teglia da forno ben unta in modo che il dolce abbia
uno spessore di circa 2-3 cm. e si cuoce in forno moderato fino a quando il composto diventa consistente
ma morbido.
Conservazione: il prodotto fresco va conservato ad una temperatura di circa 6°/8° C per 1 o 2 giorni al massimo.
Tradizionalità
“La crescionda è un’antica ricetta le cui origini risalgono forse al Medioevo, quando si prediligeva nelle pietanze il contrasto agro dolce”. (La ricetta originaria, infatti, prevedeva ingredienti quali: uova, pane grattato, brodo di gallina, formaggio pecorino, “raschiatura” della buccia di un limone, zucchero, cioccolato fondente grattugiato o cacao amaro. – n.d.r.).
Esisteva inoltre la cresionda di mele: “questa crescionda, molto gustosa, è oggi poco conosciuta e preparata raramente in quasi tutto il Comprensorio”.
“Tra tutti i dolci tradizionali la crescionda è indubbiamente il dolce tipico del comprensorio spoletino, sconosciuto nel resto dell’Umbria, interessante non solo per le sue origini, ma anche per la sua evoluzione nel tempo. Questa ricetta è arrivata ai nostri giorni notevolmente modificata: ha perso infatti i contrasti di sapore acquistando un gusto ed un aspetto sempre più raffinato. La crescionda è ancora oggi un dolce tradizionale del Carnevale (…)”.
Referenze bibliografiche.
- Comunità Montana dei Monti Martani e del Serano, Spoleto e la memoria in cucina. (Da una rielaborazione di una monografia commissionata dall’Azienda di Promozione Turistica di Spoleto alla Prof.ssa Maria Rutilia Coccetta in occasione del Carnevale 1986);
- COPPINI Remo, Umbria a tavola – aneddoti, folclore, tradizioni, usanze e… ricette, Ed. Guerra, Perugia, 1983;
- Regione dell’Umbria – Assessorato Agricoltura e Foreste, Caccia e Pesca, Umbria, sapori e saperi, 1999;
- ROSSI Remo, Ricettario dell’Antica Tradizione Gastronomica dell’Umbria – Anno 2000, Associazione Gastronomica dell’Umbria, 1999
Territorio interessato alla produzione: Comune di Spoleto
Cipolla di Cannara PAT Umbria
Cipolla di Cannara Bulbo di colore bianco, forma rotondeggiante, con poli convessi (schiacciati).
Fave dei morti PAT Umbria
Dolcetti secchi alle mandorle di forma ovale.
Ciriole – Ceriole PAT Umbria
Probabilmente, il nome “Ceriole” deriva dal latino “cereu” = come la cera, di cera, per indicare il colore bianco della pasta senza uova, composta di sola farina e acqua.