Celidonia, Chelidonium majus

Per quanto riguarda il significato, secondo alcuni autori il nome deriverebbe dal greco Chelidon, che significa rondine, in quanto la pianta fiorisce con l’arrivo di questi uccelli. Nel rinascimento di credeva inoltre che le rondini avessero l’abitudine di strofinare i rametti di questa pianta sugli occhi dei nuovi nati per favorirne l’apertura. Secondo altri autori il nome invece deriverebbe dall’espressione latina coeli donum, ossia dono del cielo, in quanto era ritenuta una pianta magica, dotata di poteri soprannaturali. Dal momento che il suo lattice ha un aspetto molto simile alla bile, secondo la teoria delle signature, era considerata una pianta utile contro l’ittero ed altri malanni epatici. In passato si riteneva inoltre che la Celidonia potesse curare gli occhi e far passare il mal di denti.

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Camomilla, Matricaria chamomilla

In passato i fiori di Camomilla venivano raccolti ed essiccati per essere usati al posto del tabacco, per i momenti in cui era troppo costoso e raro. NOTE: Curiosità: le è sempre stato attribuito un potere calmante a livello del sistema nervoso centrale. In realtà la sua azione calmante si applica maggiormente alle mucose del tratto gastro-intestinale e alle irritazioni della pelle in genere. L’impacco con i capolini di Camomilla è spesso usato per occhi e pelle irritati.

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Cannella, Cinnamomum zeylanicum

La Cannella vanta una storia millenaria è una delle piante più utilizzate al mondo da sempre. Era già conosciuta dagli antichi Egizi che la utilizzavano per imbalsamare i corpi. Apprezzata anche dagli antichi greci e latini, dove oltre che per le sue proprietà terapeutiche benefiche, era nota per il suo costo molto elevato. Molto ricercata durante l’epoca dell’Impero Romano: le importazioni di spezie tra Roma e l’India erano di ben 100 milioni di sesterzi all’anno, pari a circa 70 milioni di euro attuali, e tra queste la Cannella era una delle più acquistate. Il suo nome deriva dal termine arabo “Kinnamon” che significa odoroso per il profumo particolare e pungente che caratterizza la pianta.

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Borsa del pastore, Capsella bursa pastoris

Conosciuta dall’antichità Nella prima guerra mondiale è stata usata come rimedio emostatico in mancanza di altri mezzi non reperibili. La storia narra che un pastore curava con questa umile erba le sue pecore sia riuscito a placare un’emorragia uterina ad una donna facendole assumere ogni ora un cucchiaio di succo ottenuto da questa pianta.

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Betonica – Stachys officinalis

Apprezzata ed usata fin dall’antichità, la betonica era ritenuta una pianta dalle importanti proprietà medicinali, addirittura creduta magica. Le foglie venivano usate per preparare tisane ed aromatizzare le bevande. Era così conosciuta che il suo nome era associato a quelle persone che venivano a sapere “tutto di tutti”, in particolare alle comari. La betonica è da sempre particolarmente apprezzata ed usata come rimedio naturale contro il mal di testa. Il nome di questa pianta potrebbe trovare radice nella parola celtica “betony” il cui significato è “buona testa”.

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Avena – Avena sativa

La storia dell’Avena comincia già all’epoca degli Egizi. Largo uso poi ne fecero Indiani, Cinesi e Greci. Questi ultimi in particolare utilizzavano l’avena a scopo terapeutico come antinfiammatorio e ricostituente. Sembra che sia stata successivamente importata in Italia grazie ai legionari di Giulio Cesare: essi mentre erano in Germania e in Gallia osservarono l’uso popolare di questa pianta. La gente del posto la adoperava per sfornare polenta e pane. Tacito scrisse che grazie al grande uso di questa pianta le popolazioni germaniche si ammalavano molto meno e vivevano più a lungo.

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