Maccheroni con le noci di Vejano PAT Lazio

I maccheroni con le noci di Vejano sono un tipico dolce natalizio la cui preparazione è molto diffusa nei comuni dell’Alta Tuscia. La particolarità di questo dolce è che uno degli ingredienti fondamentali è la pasta alimentare del tipo reginette con un formato lungo a nastro e il bordo un po’ arricciato. Questo tipo di pasta è stato scelto fra i vari tipi presenti in commercio perché predilige il dolce condimento con le noci tostate e macinate, il cioccolato fondente macinato, lo zucchero, la cannella e la noce moscata: tutti ingredienti che la pasta reginetta sa evidenziare nella ricchezza e l’armonia di sapori. A preparazione completata i Maccheroni con le noci di Vejano si presentano come una torta da tagliare a fette direttamente dentro la ciotola, e più le fette riescono compatte, migliore è la riuscita del piatto.

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Maccheroni a matassa o strengozzi PAT Lazio

I maccheroni a matassa sono dei grossi spaghetti irregolari lunghi e spessi, tirati a mano, del diametro di 4-6 mm, realizzati con un semplice impasto di acqua, farina di grano tenero e sale. Dall’impasto si ricavano “ciambelle” che vengono piano piano allargate con le mani, fino a ricavare una matassa ,da cui vengono tagliati i Maccheroni.

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Maccheroni PAT Lazio

I Maccheroni alla gavignanese, in dialetto maccaruni, sono una delle più antiche ricette culinarie del Lazio centrale. I documenti più antichi a riguardo risalgono alla metà del ‘500. In Italia sono molti i piatti che portano il medesimo nome, ma i maccaruni gavignanesi hanno una peculiarità che li distingue: il “taglio” molto sottile. I primi dati certi su questo prodotto si possono evincere da un documento datato fine 600 e conservato nell’archivio Aldobrandini di Frascati (di cui una copia è presente nel Museo della Civiltà Contadina di Gavignano) relativo all’inventario degli oggetti presenti nella cucina del Palazzo Baronale, (acquistato dalla famiglia Aldobrandini). Nel documento si menziona proprio una cucchiara degli maccaruni.

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Maccheroni gavignanesi PAT Lazio

I Maccheroni alla gavignanese, in dialetto maccaruni, sono una delle più antiche ricette culinarie del Lazio centrale. I documenti più antichi a riguardo risalgono alla metà del ‘500. In Italia sono molti i piatti che portano il medesimo nome, ma i maccaruni gavignanesi hanno una peculiarità che li distingue: il “taglio” molto sottile. I primi dati certi su questo prodotto si possono evincere da un documento datato fine 600 e conservato nell’archivio Aldobrandini di Frascati (di cui una copia è presente nel Museo della Civiltà Contadina di Gavignano) relativo all’inventario degli oggetti presenti nella cucina del Palazzo Baronale, (acquistato dalla famiglia Aldobrandini). Nel documento si menziona proprio una cucchiara degli maccaruni.

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‘mbriachelle al mosto di Cori PAT Lazio

Prodotto dolciario a base di farina, lievito naturale e lievito di birra, limone grattugiato e in succo,
uvetta, latte, sambuca, mandorle, pinoli, acqua, vanillina, cannella e sale. L’impasto, ben amalgamato, viene fatto lievitare fino a quando non ha raggiunto un aspetto voluminoso. Vengono preparati dei bastoncini, successivamente fritti in olio e cosparsi di zucchero.

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Crespelle di Maenza PAT Lazio

Prodotto dolciario a base di farina, lievito naturale e lievito di birra, limone grattugiato e in succo,
uvetta, latte, sambuca, mandorle, pinoli, acqua, vanillina, cannella e sale. L’impasto, ben amalgamato, viene fatto lievitare fino a quando non ha raggiunto un aspetto voluminoso. Vengono preparati dei bastoncini, successivamente fritti in olio e cosparsi di zucchero.

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Murzelli PAT Lazio

Tipico dolce natalizio realizzato nel territorio di Genazzano, i Murzelli sono ottenuti da un impasto di farina, miele e nocciole da cui, dopo una lunga lavorazione a mano, si tagliano piccoli rombi che sono poi cotti in forno a media temperatura. Il prodotto deve la sua tradizionalità alla combinazione degli ingredienti (frutta secca e miele), alla particolare manualità e abilità di persone che hanno acquisito un’esperienza nel tempo e all’originalità del gusto e della forma. La ricetta ha origini orientali.

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Lu cavalluccio e la puccanella PAT Lazio

Tradizionale dolce laziale abruzzese di colore leggermente scuro, preparato da un impasto simile a quello del pane, arricchito con l’uova, che si trova nelle due forme alternative di cavallo e di bambolina. Cotto in forno a legna, si consuma nell’arco di 5-10 giorni. Si tratta di una preparazione ancora oggi limitata all’ambito domestico, la cui storia sembrerebbe risalire agli inizi del ‘900, quando i giocattoli non erano così diffusi, pertanto, i biscotti destinati ai bambini assumevano forme vicine al gioco: il cavalluccio per i maschietti e la bambolina (in dialetto “puccanella”) per le bambine. Si preparavano in occasione delle festività pasquali.

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Copeta PAT Lazio

Il dolce nella tradizione gastronomica della Tuscia non era certo un alimento di uso quotidiano, infatti, la preparazione di queste ghiottonerie era sempre legata ad una festività, che nel passato rappresentava l’unica occasione per mangiare più abbondantemente e, soprattutto, piatti più elaborati e costosi. Alle festività natalizie del comune di Acquapendente è legata la tradizione delle Imbriachelle che devono il nome, all’aggiunta nell’impasto, di un buon bicchiere di vino.

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Rescresciuti PAT Lazio

I Rescresciuti di Maenza sono dolcetti a forma di ciambella, composti da farina tipo 00, uova, zucchero, lievito naturale, limone, sambuca o rhum o alchermes; in alcuni casi è prevista anche l’aggiunta di latte e strutto. L’impasto ben amalgamato, liscio e compatto viene lasciato lievitare, per 2 ore o per una notte intera a seconda della procedura seguita dal produttore. Dall’intero impasto viene recuperato un certo quantitativo che viene lasciato “ricrescere” per 2 ore circa e successivamente lavorato a formare delle ciambelle più o meno grandi. La cottura avviene nel forno per qualche minuto a 250°C circa. Sono i dolcetti della Pasqua la cui produzione avviene da più di trent’anni presso i produttori locali.

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