
Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Toscana
Migliaccio, migliaccio dolce, baldino (aretino), toppone o pattona (nel livornese), ghiriglio (alcune zone della campagna fiorentina), ghirighio (nel pratese).
Il castagnaccio è il tipico dolce toscano fatto con la farina di castagne. Di colore marrone, più o meno scuro a seconda della farina utilizzata, ha spessore contenuto e consistenza compatta, ma morbida. Non subisce stabilizzazioni e pertanto deve essere consumato fresco, al massimo dopo tre giorni dalla produzione. In tempi recenti si aggiunge all’impasto uvetta e pinoli. Nella campagna lucchese si usa mettere sulla superficie qualche rametto di rosmarino.

- Impasto di farina di castagne, acqua, olio di oliva, sale e altri ingredienti che variano da zona a zona: pinoli, gherigli di noci triturati, scorza di arancia a pezzi, rosmarino, uvetta.
- Impasto in teglie da forno
- Cottura per 40 minuti a 200°C
- Vendita diretta nel forno
Tradizionalità
Il prodotto deve la sua tradizionalità alla particolare combinazione degli ingredienti. L’utilizzo di materie prime locali e di particolari teglie, conferisce a questo dolce un gusto ed una consistenza unici. Nonostante da diversi secoli appartenga al patrimonio gastronomico di Firenze il castagnaccio pare avere origine lucchese; infatti secondo quanto si legge nel “Commentario delle più notabili et mostruose cose d’Italia e di altri luoghi”, di Ortensio Landi (Venetia, 1553), l’inventore del castagnaccio pare sia stato un tale “Pilade da Lucca”, che fu “il primo che facesse castagnazzi e di questo ne riportò loda”.
Un tempo il castagnaccio serviva a riempirsi lo stomaco e a sfamarsi quindi era più alto di spessore e costituito da un impasto meno ricco (solo farina di castagne acque e olio). Oggi, invece, è divenuto un dolce sfizioso decorato con pinoli e uvetta, talvolta rosmarino, di spessore molto più basso in modo da risultare il meno pesante possibile; si usa servire in fettine sottili accompagnato da ricotta o mascarpone e vino novello.
Produzione: Il castagnaccio è un prodotto che si trova in molti forni e pasticcerie, soprattutto nel periodo invernale quando si produce la farina di castagne. Moltissime famiglie lo fanno abitualmente per essere consumato in ottobre-novembre con il vino novello. Non è possibile stimare il quantitativo complessivo prodotto in tutta la regione.
Territorio di produzione
Tutta la Toscana.

Sassi della Calvana PAT Toscana
Il prodotto in questione si richiama ai sassi dei Monti della Calvana e rispecchia la forma e le varianti di colore ed aspetto dei sassi stessi. Per ottenere ciò si utilizzano 4 diverse combinazioni di ingredienti naturali della Val di Bisenzio, che producono 4 diverse tipologie di biscotti, tutte comunque denominate Sassi della Calvana.

Zafferano aretino PAT Toscana
Si narra che lo zafferano venisse coltivato, nelle case più “danarose”, già agli inizi del secolo, in vasi, allo stesso modo del basilico . La particolarità della coltivazione viene comunque annoverata al terreno affermando che i terreni renosi, friabili e che facciano defluire l’acqua in modo tale da non compromettere i bulbi ne conferiscano una…

Filetto della Lunigiana PAT Toscana
Ha aspetto simile a quello della coppa, ma pezzatura leggermente più piccola (1 kg circa). Il colore è rosa intenso, il sapore delicato e il profumo speziato. Si confeziona con budello o avvolgendolo nella cotenna. Si utilizzano le carni magre del dorso di suini di provenienza nazionale o locale. I quattro filetti che si ricavano…