Carne di pecora sopravvissana PAT Marche

Prodotto Agroalimentare Tradizionale delle Marche

Razza a taglia media, testa con profilo rettilineo, corta e tozza, orecchie appuntite e orizzontali, corna spiralate verso l’esterno negli arieti ed assenti nella pecora. Vello bianco chiuso che ricopre completamente: il tronco, la faccia ventrale, la fronte, gli arti anteriori fino al terzo inferiore dell’avambraccio e quelli posteriori fino al garretto. Tronco cilindrico con notevoli diametri trasversali e profilo concavo con groppa e garrese ben rilevati.

Razza a duplice attitudine (carne e lana). Il latte, pur se prodotto in scarsa quantità (nei 5 o 6 mesi dopo i parti, 80-100 litri, equivalenti a 15-18 chilogrammi di formaggio fresco), è di qualità eccellente. Le carni sono di colore rosa chiaro, solida consistenza muscolare con moderata presenza di grasso.

Descrizione metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura

L’allevamento degli animali è prevalentemente a pascolo brado per la maggior parte dell’anno. Nella brutta stagione la razione alimentare è integrata con cereali, legumi e foraggi essiccati. Gli agnelli si alimentano con latte materno e, al raggiungimento del peso di 10 – 12 Kg, possono essere utilizzati per la produzione del classico “Abbacchio”, oppure possono essere venduti al peso di 20-25 Kg, all’età di 2 o 3 mesi. Le carni della pecora adulta sono particolarmente apprezzate per la realizzazione di piatti tipici locali.

Tradizionalità: Ricerche effettuate direttamente sul luogo di produzione. Indagine svolta da Graziella Picchi su incarico della Provincia di Macerata

Territorio di produzione: Maggiormente diffusa nel territorio alto collinare e montano delle province di
Macerata e Ascoli Piceno.

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