Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Sardegna
Canestrello di Carloforte – Canestréllu du Paize
Il canestrello è un dolce di forma circolare e ricoperto con la “cappa”. La stessa pasta utilizzata per la produzione dei Canestrelli era ed è tuttora usata per i dolci tradizionali dei bambini di Carloforte: i “cavagnetti” a Pasqua, la “luna” per la Domenica delle Palme, la “fantina” a Natale e i “piedi di porco” per i Santi.
E’ un dolce che risale a fine XVIII secolo ed è rimasto sempre lo stesso : un impasto di pasta frolla decorato con una cappa di zucchero glassato e, nel corso degli anni, con le codette “arcobaleno” (diavoletti). Gli ingredienti utilizzati sono semplici :
- farina 00
- lievito per dolci
- latte
- uova
- zucchero
- burro
- semi di anice o finocchietto
- buccia di limone grattugiata
- “diavoletti” colorati
La ricetta del canestrello è abbastanza semplice. Si impasta un chilo di farina 00 con 2 bustine di lievito, una bustina di vanillina, i tuorli di 6 uova e 50 grammi di zucchero . Si preparano delle piccole strisce cilindriche e si chiudono a forma di cerchio, si mettono in una teglia infarinata e vengono infornati a 180°C per 15-20 minuti. Quando sono cotti e raffreddati, si prepara la cappa montando gli albumi delle uova a neve, aggiungendo scorza di limone grattugiata e unendo 50 grammi di zucchero a velo. Successivamente, si spennella la cappa sui canestrelli e si decorano con 100 grammi di diavoletti colorati. Si ripassano brevemente in forno a 150° per farli asciugare leggermente. Vengono serviti con vino moscato o girò. Il canestrello si conserva fuori frigo in contenitori con coperchio per 5/6 giorni.
Tradizionalità
Il canestrello di Carloforte è un dolce tramandato di generazione in generazione da quando la colonia ligure di corallari si è insediata a Tabarca (Tunisia) nel 1540 per poi trasferirsi nel 1738 sull’Isola di San Pietro a Carloforte. È il dolce “iconico” della cultura tabarchina che anticamente si preparava solo nel periodo natalizio e pasquale e le donne si recavano nel forno di quartiere per la cottura perché molte famiglie non possedevano un forno idoneo per la cottura di questo dolce. Sempre nella tradizione antica, la Domenica delle Palme si usava appendere un canestrello al rametto di ulivo e delle foglie di palma che si portavano a messa per la benedizione. Con l’avvento del forno a gas più recentemente, a partire dal 1950 – 1960 si perse l’usanza di portare il canestrello a cuocere nei forni di quartiere e si poté produrlo più spesso, non solo in occasione delle ricorrenze natalizie e pasquali, ma anche nel corso di tutto l’anno.
Territorio di produzione: Comune di Carloforte