
Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Sardegna
Caglio di capretto Caggiu de crabittu
Si tratta dell’abomaso del capretto, ripieno di una pasta semi-solida, acidula, molto piccante, ottenuta dal latte che subisce l’azione di lieviti e batteri. Il peso è di circa 250-700 gr.

Perché si formi il caglio, il capretto deve aver mangiato, dalla nascita alla macellazione, solo latte materno. Prima dell’abbattimento, perché l’abomaso sia pieno, si fa succhiare latte al capretto. Subito dopo la macellazione, prima che i fermenti agiscano, si svuota l’abomaso, si filtra il latte e lo si rimette nello stomaco del capretto. Il caglio si forma per l’azione dei fermenti lattici presenti nell’abomaso, che quindi trasformano il latte in una massa cremosa. Il tutto si chiude con lo spago alimentare e si lascia asciugare in un locale asciutto e ventilato. Quindi si affumicano al fuoco per 15-20 giorni. Dopo la stagionatura viene confezionato in buste di plastica idonee all’uso. Il caglio si conserva bene in frigorifero per circa un mese, oppure nel congelatore per circa un anno.
Tradizionalità
Testimonianze storiche, scritte e verbali
Territorio di produzione: Tutto il territorio della Regione Sardegna

Anicini, anicinus sorresus PAT
Gli anicini, conosciuti anche nel dialetto locale come “anicinus” o “anicinus sorresus”, sono dei tradizionali biscotti, tipici della Sardegna, dalla forma allungata e dal caratteristico gusto conferito dai semi dell’anice.

Pesca di San Sperate PAT Sardegna
La produzione peschicola Speratina risale agli anni ‘30 del secolo scorso . Alla fine degli anni ‘50, la coltivazione delle pesche nell’areale di riferimento raggiunge una estensione ragguardevole in coincidenza della prima sagra delle pesche di San Sperate (1961).
