Burrida alla Casteddaia PAT Sardegna

Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Sardegna

Burrida alla Casteddaia Burrida alla cagliaritana

È una pietanza consumata sia come secondo piatto che come antipasto, a base di pesce
marinato in una salsa bianca di aceto con noci, pinoli, cipolle, ed altri aromi. Si serve fredda.

Credit photo @cagliarimag.com

Ingredienti (dose per 6 porzioni):

  • 1,5 Kg. di gattuccio di mare (in alternativa palombo);
  • 100 gr. di cipolle bianche;
  • 1 dl. di olio extravergine d’oliva;
  • ½ l. di aceto di vino bianco
  • 80 gr. di noci sgusciate;
  • 2 spicchi d’aglio;
  • Qualche foglia di alloro, sale e pepe.

Preparazione del pesce: lavare e spellare il gattuccio di mare, svuotarlo dalle interiora e recuperare il fegatino, che servirà per la preparazione della salsa, quindi tagliare il pesce a piccole trance e versarlo in acqua bollente salata; quando l’acqua riprende a bollire ed il pesce ha cambiato colore, si scola e si lascia raffreddare.

Preparazione della salsa: mondare le cipolle e farle rosolare in un tegame con l’olio, aggiungere il fegatino del gattuccio di mare, dopo averlo tritato, e far soffriggere ancora un po’ l’intingolo. A parte, con uno sminuzzatore o nel mortaio, tritare finemente le noci e l’aglio (alcuni uniscono anche il prezzemolo e una manciata di pinoli), e aggiungerle all’intingolo, far continuare la cottura a fuoco lento per alcuni minuti, rimestando continuamente la salsa affinché il tutto si amalgami per bene. Versare, quindi l’aceto e far sobbollire ancora il tutto per un altro paio di minuti.

In una terrina versare sul fondo uno strato di salsa ben calda e disporvi sopra le trance di gattuccio guarnite con delle foglie di alloro, ricoprire con un altro strato di salsa ben calda, continuare nella formazione degli strati alternando gli ingredienti come prima; coprire la terrina con un coperchio, attendere che il tutto si raffreddi e conservare in frigorifero per almeno 24 ore prima di servirlo.

Tradizionalità

Antica pietanza della tradizione popolare cagliaritana, che un tempo apparteneva alla cucina povera ed oggi servita come prelibato antipasto di mare nei ristoranti tipici del cagliaritano, di probabile derivazione fenicia. Di questo piatto esistono testimonianze verbali e scritte, la sua ricetta, infatti, può essere reperita in testi di gastronomia sarda, editi da oltre 25 anni.

Territorio di produzione: Cagliari ed hinterland

Fregola sarda o fregula PAT Sardegna

Il termine deriva dal latino frisare, nel senso di sminuzzare e fregola in lingua italiana significa piccolo frammento, frantume, briciola. Nell’Isola è ancora viva nei piccoli e nei grandi centri la tradizione e il culto della pasta di semola di grano duro, nelle numerose forme che la fantasia popolare ha saputo elaborare nel corso dei…
Continua a leggere

Cipolla di San Giovanni (Suergiu) PAT Sardegna

La coltivazione della cipolla (cipudda, cibudda, xipudda, chipudda in sardo, secondo le zone) in Sardegna è senz’altro antica, essendo l’Allium cepa conosciuta già ai tempi degli Egizi e usata in cucina da Greci e Romani. Diverse testimonianze fin dall’epoca medievale sarda, citano l’utilizzo della cipolla e metodiche di coltivazione. È ampiamente attestata la coltivazione per…
Continua a leggere

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *