Boccione maggiore PAT Puglia

Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Puglia

Cicoria amara, amarago, amarone, grugno, lattugaccio, scorzanera trifoliata, lattajolo, ingrassaporci, bell’ommo. “Cequaire all’ammérse”, “cicuredde âmmerse”, “cicuròni”.

Il Boccione maggiore, nome scientifico Urospermum dalechampii, è una pianta perenne della famiglia delle Asteraceae originaria del bacino mediterraneo, diffusa da l livello del mare fino a quota di 1200 metri, lungo i bordi delle strade urbane, i sentieri di campagna, nei terreni aridi e incolti di quasi tutte le regioni d’Italia

Il boccione maggiore è una pianta erbacea perenne con radice fittonante fascicolata lunga circa 10 cm e difficile da estirpare. La parte aerea è un piccolo cespuglio verde alto dai 20 ai 40 cm e composto da un fusto o caule semplice, talvolta con ramificazioni basali e ricoperto da foglie di colore verde intenso.

Le foglie si distinguono in basali inferiori e cauline superiori. Quelle basali, lunghe circa 6 cm, sono pennatosette, roncinato-lirate e picciolate, mentre quelle cauline superiori sono opposte, lanceolate, verticillate a tre e più corte. I fiori sono grandi capolini portati da peduncoli fistolosi e sorretti da un calice squamoso verde. I petali esterni sono ligule dentate lunghe 20 mm di colore giallo solforino; quelli interni sono più corti e screziati di rosso nella parte centrale esterna. I frutti sono acheni lunghi e rostrati con in cima un pappo piumoso e scuro disposto in 2 serie. I semi sono molto leggeri e vengono dispersi dal vento anche a chilometri di distanza dal luogo di produzione.

Le piante di Boccione poichè attirano le coccinelle ed altri insetti entomofagi vengono coltivate per proteggere le colture ortive dagli attacchi dei parassiti. Le foglie più tenere vengono utilizzate cotte come gli spinaci oppure miste ad altre piante spontanee commestibili come cicoria selvatica, crespigno e tarassaco nella preparazione di minestroni e come ripieno di torte rustiche.

Tradizionalità

Un proverbio di Manduria (TA) così recita: “Cu li caroti, li erzi, li pasuli e tanti otri verduri, ntra lu minestroni già misu puru nu cicuroni” (“Con le carote, le verze, i fagioli e altre verdure, nel minestrone ho messo anche il boccione”). Nel libro “Erbe mangerecce”, Angiolo Del Lungo (1935) riporta il boccione.

Vito V. Bianco, nel 1989, ha pubblicato “Specie erbacee della flora infestante pugliese utilizzabili come ortaggi e piante da condimento” (Accademia pugliese delle scienze, 46 (2), 11-27).

Nel quadriportico del Monastero di S. Maria della Consolazione di Martano (LE), dove ha sede una comunità monastica rimasta fedele al programma di vita tracciato da San Benedetto nella sua regola (“ora et labora”), è ospitata una mostra di erbe medicinali raccolte in situ a cura di Fra Domenico Palombi.

Il mensile Realtà Nuove (1995) di Mola di Bari ha pubblicato la guida al riconoscimento e ricette delle piante spontanee “I fogghie de fore”.

Territorio di produzione: Intera regione Puglia

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