Biancospino

Crataegus oxyacantha – Nome scientifico
BIANCOSPINO – Crataegus oxyacantha

Il biancospino (Crataegus monogyna) è un arbusto o un piccolo albero molto ramificato, contorto e spinoso, appartenente alla famiglia delle Rosaceae e al genere dei Crataegus. Talvolta è usato il sinonimo Crataegus oxyacantha.

Portamento

Il biancospino è una caducifoglia e latifoglia, l’arbusto può raggiungere altezze comprese tra i 50 centimetri ed i 6 metri. Il fusto è ricoperto da una corteccia compatta, di colore grigio. I rami giovani sono dotati di spine che si sviluppano alla base dei rametti brevi.

Sono i rametti spinosi (brocche) che in primavera si rivestono di gemme e fiori. Questa specie è longeva e può diventare pluricentenaria, ma con crescita lenta.

Esposizione

E’ una albero che va coltivato nei luoghi soleggiati e ben aerati. Non teme i venti freddi ee forti ed è resistente alle basse temperature invernali.

Terreno

E’ un arbusto che  i adatta tutti i tipi di terreno anche a quello comune da giardino purchè ricco di sostanza organica e ben drenato.

Annaffiature

E’ una pianta che si accontenta delle acque piovane pertanto le annaffiature vanno fatte saltuariamente solo  in caso di forte siccità e in estate se il terreno tende a inaridirsi.

Foglie

Le foglie sono lunghe 2-6 centimetri, dotate di picciolo, di forma romboidale ed incise profondamente. L’apice dei lobi è dentellato.

Fiori

I fiori sono raggruppati in corimbi, che ne contengono circa 5-25. I petali sono di colore bianco-rosato e lunghi 5 o 6 millimetri.

Il biancospino fiorisce in tarda primavera, tra aprile-maggio talvolta anche a giugno in relazione al clima locale.

Frutti

Frutti del Biancospino

I frutti sono ovali, rossi a maturazione, delle dimensioni di circa 1 cm e con un nocciolo che contiene il seme.

La fioritura avviene tipicamente tra aprile e maggio, mentre i frutti maturano fra settembre e ottobre.

I frutti del biancospino sono edibili, ma solitamente non vengono mangiati freschi, perché piccoli e con un grosso nocciolo, bensì lavorati per ottenere marmellate, gelatine o sciroppi.

I frutti sono decorativi perché rimangono al lungo sull’arbusto, anche durante tutto l’inverno.

Concimazione

Gli esemplari giovani per poter crescere vanno concimati al momento della messa a dimora con un apporto di stallatico maturo. Successivamente, in primavera, stagione della ripresa vegetativa, si arricchisce il terreno di coltivazione con un concime granulare a lento rilascio, ricco di azoto e potassio, elementi utili per favorire la fioritura.

Moltiplicazione del Biancospino

Il Biancospino si riproduce naturalmente per seme ma per ottenere più velocemente nuove piante si preferisce ricorrere alla talea.

Propagazione per talea

In primavera, utilizzando un attrezzo ben affilato e disinfettato si prelevano talee apicali lunghe 15-18 cm e si mettono subito a radicare in un substrato di torba e sabbia in parti uguali. mantenuto costantemente umido fino alla comparsa dei nuovi germogli. Le talee che hanno radicato vanno fatte irrobustire prima di spostarle a dimora definitiva.

Messa in dimora

Il Biancospino va piantato in un angolo del giardino ben soleggiato per molte ore del giorno. La buca destinata ad accogliere la pianta deve essere profonda almeno il doppio dell’altezza del pane di terra che avvolge le radici. Per favorire il drenaggio dell’acqua sul fondo della buca va messo uno strato di ghiaia o altro materiale drenante coperto da terriccio mescolato con un poco di stallatico maturo. Poi si mette il Biancospino e si colmano gli spazi vuoti con l’aggiunta di altro terreno che  va compattato delicatamente e infine si annaffia abbondantemente. nel caso in cui si intende realizzare una siepe di recinzione la distanza tra una pianta e l’altra deve essere di almeno 40 cm.

Potatura

La potatura va fatta per contenere le dimensioni del Biancospino, per dare armonia di forma sia nel caso in cui venga allevato a cespuglio o coltivato come alberello. Nella forma a cespuglio si accorciano i rami che crescono disordinati mentre in quella ad alberello si tagliano tutti i rami bassi per favorire l’ingrossamento dell’asse principale. La potatura va fatta a fine estate o a fine inverno, ovviamente vanno eliminati anche tutti i rami secchi.

Malattie e parassiti del Biancospino

Il biancospino pur essendo un arbusto rustico molto vigoroso, soffre gli attacchi della ruggine, dell’oidio o mal bianco e delle cocciniglie

Cure e Trattamenti

In primavera trattare l’arbusto con prodotto a largo spettro e in inverno con aficidi.

Varietà e specie di Biancospino – Crateagus

Crataegus Carrieri

Una varietà ornamentale caducifoglia molto apprezzata in giardinaggio per il suo portamento compatto, globoso di ingombro limitato.
In primavera, in maggio-giugno,  produce moltissimi fiori bianchi seguiti in autunno da numerose bacche rosso-arancio che perdurano sui rami spogli tutto l’inverno. Va coltivato in pieno sole; non teme il freddo e resiste bene alle potature. Questa specie di Crataegus per la presenta grosse spine prominenti sui rami trova largo  impiego come pianta da siepe impenetrabile

Crataegus laevigata Paul’s Scarlet

Un piccolo albero ornamentale o arbusto a foglia caduca, alto 2. 3 metri.Ha  un portamento eretto e globoso e in primavera produce numerosi fiori doppi di colore rosa carico.  Non produce bacche perchè i fiori sono sterili. Va coltivato in un luogo soleggiato, nel terreno ricco si sostanza organica e ben drenato.

Il biancospino è velenoso?

Il fiore della pianta è tossico e se ingerito può provocare disfunzioni cardiache.

Usi

Il Biancospino, specialmente il Crataegus Monogyna, viene utilizzato in giardinaggio come ornamentale isolato, coltivato come arbusto o ad alberello. Per la sua resistenza alle avversità, allo smog viene utilizzato per realizzare aiuole siepi di recinzione nelle città e anche nei giardini costieri.

Il legno lucente viene utilizzato per lavori di artigianato di pregiata qualità.

Biancospino nel linguaggio dei fiori

Il biancospino simboleggia la protezione ed è un fiore che viene regalato in occasione di matrimoni e celebrazioni.

Anticamente si pensava potesse allontanare gli spiriti del male.

Curiosità

Il nome generico Crateagus deriva dal greco kratos (forza) ed è riferito alla rusticità della pianta e alla numerose spine presenti sui rami del Biancospino.

Presso siti archeologici risalenti al Neolitico si sono rinvenuti semi dei frutti del Biancospino, questo fa ritenere che fossero consumati come alimento.
Nell’antica Grecia e a Roma il Biancospino era considerato una pianta fortemente simbolica legata alle idee di speranza, matrimonio e fertilità. I romani lo dedicarono a Maia, dea del mese di maggio e della castità.
Le damigelle delle spose greche si adornavano di boccioli di Biancospino e le spose ne portavano un ramoscello in mano. I romani ponevano le foglie nelle culle dei bimbi per allontanare gli spiriti maligni. Diverse usanze sono legate al Biancospino come quella che risale all’epoca precristiana di andare alla festa di calendimaggio e di scegliere una reginetta. In epoca pagana il re e la regina di maggio erano usccisi alla fine della stagione di crescita; di qui è forse sorta l’ambiguità odierna che vede il Biancospino sia come simbolo di speranza, sia come presagio di morte.
Il Cristianesimo trasformò la simbologia associata a questa pianta; presumibilmente la corona di spine di Cristo era di Biancospino, conseguentemente la pianta divenne simbolo di morte e di sorte avversa. L’associazione Biancospino/morte, fu rafforzata dallo sgradevole odore dei fiori di alcune specie europee. Questi alberi vengono impollinati da insetti che si nutrono di carogne e per attirarli i fiori emanano uno sgradevole odore simile a quello della carne putrefatta.

Vuole una leggenda che Giuseppe d’Arimatea (importante membro del Sinedrio che insieme a Nicodemo dette sepoltura a Gesù), recandosi in Gran Bretagna per diffondere la parola di Cristo, sbarcando a Glastonbury piantasse un bastone per terra, immediatamente il bastone divenne una pianta di Biancospino. Accanto alla pianta sorse la prima chiesa cattolica d’Inghilterra la cappella di S. Maria, e poi una grandiosa abbazia medioevale, rasa al suolo nel 1539 dopo lo scisma che vide Enrico VIII divenire capo della Chiesa d’Inghilterra. Dallo sbarco di S. Giuseppe d’Arimatea per secoli Biancospini originati dal suo bastone fiorirono 2 volte l’anno: in primavera e la vigilia di Natale, quando un ramoscello veniva portato in dono ai sovrani di Gran Bretagna. Pianta che indica il mese di maggio secondo il Calendario Celtico degli alberi.

Durante la rivoluzione francese il Biancospino fu chiamato “albero della libertà” e durante quegli anni in Francia ne vennero piantati più di 60.000.
Fra i cespugli di Biancospino cresce un eccellente fungo commestibile primaverile Calocybe gambosa (Fr.) Donk, chiamato comunemente Prugnolo.

RICETTE CON BIANCOSPINO

Confettura con bacche di biancospino

USO TERAPEUTICO

Benefico per il cuore

L’utilità e fama in ambito salutistico del Biancospino è dovuta alla sua attività sul cuore e sulla circolazione cardiaca. Fa inoltre parte della Medicina tradizionale di moltissimi paesi per le sue proprietà cardiotoniche, ipotensive, e per trattare lievi disturbi gastrointestinali. Viene utilizzato, sempre con le stesse indicazioni, anche da popoli di tutto il mondo, dal Messico alla Cina.
L’EMA (Agenzia Europea dei Medicinali) ne approva l’utilizzo tradizionale per il trattamento di lievi disturbi cardiaci (palpitazioni, tachicardia dovuta ad ansia) e per il trattamento di lievi sindromi da stress mentale, oltre che per favorire il sonno.

Pressione sotto controllo

Come già detto, il Biancospino ha un’azione moderatrice sul cuore, con attività cardioprotettiva avvalorata da studi in vitro, in vivo e negli ultimi anni anche clinici. Questi studi non hanno fatto altro che chiarire il meccanismo d’azione e avvalorare l’efficacia e la sicurezza dei preparati a base di Biancospino.
L’attività farmacologica si esplica con azione di rallentamento della contrazione cardiaca, cosa che la rende particolarmente utile nel caso di pazienti con Scompenso cardiaco associato a Tachiaritmia.
Il Biancospino, incrementa il flusso coronarico e diminuisce le resistenze periferiche, andando ad avere anche un effetto ipotensivo simile a quello dei farmaci ACE-inibitori. Sembra inoltre possedere una blanda azione diuretica, per la quale però non sono ancora disponibili dati significativi. Per queste caratteristiche, risulta essere un ottimo aiuto per quelle cardiopatie in cui i farmaci digitalici non sono indicati.
Alcuni studi ne hanno valutato l’azione antipertensiva in Pazienti diabetici sotto trattamento farmacologico, per i quali si è rilevata, al termine del trial clinico, un abbassamento di 2.6mmHG della pressione diastolica rispetto al gruppo placebo, confermandone l’efficacia nel trattamento anche dell’ipertensione.
Infine, la presenza dei flavonoidi con effetti stabilizzanti del collagene, aiuta anche a mantenere l’integrità dei vasi sanguigni. Al momento attuale delle conoscenze, la principale indicazione all’uso del Biancospino resta il trattamento adiuvante nelle coronaropatie e insufficienze cardiache lievi (NYHA II).

L’utilizzo di rimedi naturali, come quelli descritti, per problemi di salute di un certo peso, non può che essere un coadiuvante, magari per calmare i sintomi, e non deve escludere quindi il ricorso ai medicinali di sintesi! Prima di qualsivoglia cura fai da te ASCOLTATE SEMPRE IL VOSTRO MEDICO CURANTE. Leggi le avvertenze d’uso

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