Fagiolo della regina di San Lupo PAT Campania

Ecotipo locale con baccello schiacciato, con 5-6 semi, seme di forma irregolare, depressa, poligonale; dimensione medio-piccola; colore nocciola molto chiaro, più scuro in corrispondenza della cicatrice ilare, buccia sottilissima, di elevata digeribilità; pianta a portamento rampicante, sviluppo indeterminato, fiore bianco con sfumature violacee.

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Sentiero Italia CAI PIEMONTE 37° San Lorenzo di Piantonetto – Talosio

San Lorenzo di Piantonetto – Talosio Una tappa di media lunghezza e notevole dislivello che attraversa una porzione molto selvaggia di montagna conducendo il Sentiero Italia nel Vallone di Ribordone, solco laterale della Valle dell’Orco. Da San Lorenzo si prende il sentiero in salita in direzione nord prima di svoltare decisamente a est in direzione dell’Alpe la Colla dove inizia la prima discesa di giornata verso il lago artificiale di Eugio che con i bacini idroelettrici del Telessio e di Valsoera converge sulla centrale idroelettrica di Rosone. Dal lago si riprende la salita fino alla cima del Monte Arzola da cui si scende fino all’abitato di Talosio. Il percorso si sviluppa all’interno del Parco Nazionale del Gran Paradiso, il più antico d’Italia.

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Alvarega B.
Vitigni d’ITALIA

Uva da vino bianca, diffusa in tutta la Sardegna è conosciuta anche come Arriadorza, Barriadorza, Barriadorgia, Carricadorza, Gregu biancu. E citata dall Angius e risulta presente in diverse località dell isola: Barbagia, Gallura, Logudoro, Planargia e Nurra. Agris l ha trovata anche in vecchi vigneti del Campidano e in alcune aree montane della Barbagia un tempo sede di aree maggiormente vocate per la viticoltura.

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Vitigni d’ITALIA

Fagiolo bianco di Montefalcone PAT Campania

Il fagiolo bianco di Monfalcone viene coltivato in asciutto, in terreni montani (sopra i 700 m.s.l.); la semina viene effettuata nella prima decade di maggio La coltivazione è costantemente presente nell’area da almeno 200 anni; la tecnica colturale è quella tradizionale di tutta l’area appenninica. Non sono stati trovati documenti circa la datazione della prima introduzione in zona della coltivazione, però esiste materiale per affermare che questi legumi sono presenti in queste aree da oltre 200 anni. È stato ampiamente verificato che questo legume, coltivato in questo ambiente (sopra i 700 m.s.m.), acquisisce particolare sapidità ed è particolarmente predisposto per la cottura.

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Fagiolo a formella PAT Campania

Il fagiolo a formella è una pianta erbacea con foglie di colore verde scuro, il fiore è piccolo e bianco, il frutto, un baccello verde di circa 8 centimetri di lunghezza, che contiene dei semi dalla caratteristica forma trapezoidale e dal colore bianco. Si coltiva in provincia di Napoli, nella zona dell’Acerrano-Nolano e la sua coltura è praticata per lo più in abbinamento a quella del pisello, utilizzandone i sostegni. Si consuma per preparare molti piatti della cucina tradizionale napoletana, sia fresco che essiccato, già alla maturazione cerosa come antipasto, su bruschette, cucinato nelle minestre o in abbinamento con la pasta. Viene preferito per la rapida cottura e il particolare sapore di ortaggio fresco, che conferisce agli antipasti ed alle minestre, sapore che viene attribuito all’alta concentrazione di asparagina contenuta nella frazione proteica.

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Fagioli Quarantini e Tabacchini PAT Campania

La Provincia di Avellino è rinomata per la coltura di diverse specie di fagioli, un piatto tradizionalmente povero, ma dotato di un altissimo potere nutrizionale. I “fasuli quarantini” sono dei fagioli bianchi di forma tondeggiante e pezzatura medio-piccola particolarmente saporiti e di ottima consistenza alla cottura. Si chiamano così perché impiegano 40 giorni a maturare I fasuli tabacchini sono presenti nell’Alta e Media Valle del Calore, sia nelle aree collinari che nella zona degli altopiani (Laceno, Piana del Dragone, Piana del Monte Tuoro); prendono il nome dal loro colore, marrone chiaro leggermente tendente all’isabellino, hanno forma rotonda e dimensioni ridotte.

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Villa Cavour SANTENA (TO)

Il vecchio castello dei Benso fu demolito nel 1708 da Carlo Ottavio Benso, che al suo posto fece costruito, tra il 1712 ed il 1722 il nuovo edificio. Il progetto è di Francesco Gallo, architetto di Vittorio Amedeo II. Il Conte Benso acquistò inoltre la proprietà dei Fontanella ( dove oggi si trova la Sala Diplomatica) ed il Castellazzo dei Tana ( unica torre ancor oggi esistente). Altri edifici furono demoliti per costruire la Chiesa parrocchiale.  Il nuovo castello aveva un basamento a scarpa, un corpo centrale di due piani e due ali leggermente sporgenti con 3 piani. Internamente, al piano del giardino, c’erano i locali adibiti a cucina, cantina, ghiacciaia e magazzini; il piano nobile occupava il primo piano; un mezzanino ospitava la servitù; al secondo piano c’erano le camere padronali ed al terzo, nelle ali, le camere per i forestieri.

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Fagioli Lardari PAT Campania

I fagioli lardari, detti anche “tondini”, in virtù della loro forma rotondeggiante, sono una coltura presente nella provincia di Napoli ed in particolare nel comune di Agerola. Si tratta di un fagiolo bianco di piccole dimensioni, che si presta all’essiccazione; la sua buccia è tenera alla cottura, ma il seme è resistente e il sapore intenso e caratteristico. Secondo l’antica tradizione, le piante vengono “incannate”, cioè fatte arrampicare su sostegni costruiti con canne, oppure consociati alle piante di mais da granella; il baccello viene raccolto ancora acerbo e lasciato maturare al sole fino a quando non si essicca, momento in cui viene battuto per separare i legumi. è una specie particolare, caratteristica di un’area molto circoscritta, e proprio per questo rappresenta un ingrediente fondamentale per piatti tipici della zona, come la pasta e fagioli e le minestre di verdure.

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Fagiolo di Volturara Irpinia PAT Campania

I fertili terreni dell’altopiano irpino, nell’Avellinese, producono un fagiolo particolarmente tenero e farinoso: il fagiolo di Volturara irpina. Piccolo e irregolare, di colore bianco cenere con un occhio poco evidente e una buccia molto sottile, ancora oggi è il prodotto di una coltivazione totalmente manuale. Seminato a maggio e raccolto ad agosto, i contadini lo lasciano essiccare fino a settembre quando, con la tecnica del calpestamento, rompono i bacelli ed eliminano a mano eventuali residui e impurità. I fagioli vengono conservati, con aggiunta di aglio e pepe nero, in contenitori di vetro o terracotta smaltata e poi venduti nei mercati locali. Per la sua particolare morbidezza e il suo sapore intenso, il fagiolo di Volturara è l’ideale per preparare piatti tipici locali come la pasta e fagioli, la zuppa di fagioli con le freselle e la zuppa di fagioli e patate.

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