Sentiero Italia CAI Lazio 13 Staffoli – Antrodoco

Staffoli – Antrodoco Questa è una tappa di trasferimento verso il Terminillo; si presenta media per lunghezza ma con scarso dislivello in salita. Da Staffoli si parte in salita verso nord prima di aggirare la cima del Monte Ara dei Sorci raggiungendo una quota di quasi 1400 metri sul livello del mare. Con un tratto in leggera discesa si passa dal Rifugio Borgovelino dove si inizia a perdere quota in maniera più sensibile fino all’abitato di Antrodoco.

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Patata fresca campana PAT

Patate di varietà diverse, precoci e precocissime, coltivate in terreni sabbiosi, vulcanici, ad elevata fertilità chimica. La forma è variabile: tonda, ovale, ellittica, claviforme; la buccia è sottile con colore da rosso al giallo fino al violaceo. Il sapore è caratteristico, delicato, esaltato dalle caratteristiche dei suoli di coltivazione ricchi di microelementi e dall’ambiente pedoclimatico particolarmente favorevole.

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Sentiero Italia CAI Lazio 12 Varco Sabino – Staffoli

Varco Sabino – Staffoli Ancora una tappa di lunghezza e dislivello intermedi che raggiunge e supera in direzione est il Lago del Salto, più ampio bacino idroelettrico laziale, creato nel 1940 con la costruzione dell’omonima diga che sbarra una valle stretta e frastagliata che danno al lago l’aspetto di un fiordo. Da Varco Sabino si sale per un primo tratto lungo la strada provinciale 30 prima di imboccare un sentiero che aggirando la cima del Colle Ettore scende in riva al lago. Si attraversa la diga e si percorre la strada carrozzabile fino a una profonda ansa al fondo della quale si affronta un sentiero nuovamente in salita che prende quota in direzione nord fino all’abitato di Staffoli.

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Sentiero Italia CAI Lazio 11 Paganico Sabino – Varco Sabino

Paganico Sabino – Varco Sabino Con questa tappa di media lunghezza e dislivello il Sentiero Italia abbandona il lago del Turano per avvicinarsi all’altro grande bacino artificiale della zona: il Lago del Salto. Da Paganico Sabino si costeggia brevemente il lago prima di imboccare in direzione est la valle alla base del Colle Mogaro. Si sale fino a oltre 1100 metri di quota presso il valico tra il Monte Filone e il Monte Navegna, dove inizia la discesa fino a Varco Sabino.

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Patata di Trevico PAT Campania

La coltivazione della patata a Trevico è testimoniata da documentazione storica, infatti tali documenti evidenziano che le patate erano coltivate già nel 1810. Infatti l’allora segretario generale della Società Agraria, l’agronomo dr. Cassitto, nel suo discorso inaugurale per l’incarico ricevuto, sottolineò che nel comune di Trevico aveva introdotto qualche anno prima la coltivazione delle patate per far fronte alla fame. A distanza di qualche anno lo stesso Cassitto ritornò a Trevico e rilevò che la coltivazione della patata era pratica diffusa tra i contadini del posto, in tal modo il popolo di Trevico aveva risolto il problema della fame avendo attribuito alla patata l’alimento di quel popolo. Di seguito si riporta una testimonianza dello stesso Agronomo, trascritta in un suo documento a seguito di una visita effettuata a Trevico nel 1818, in tale documento fotografa la situazione che trova a Trevico ” il minuto popolo ben vestito, meglio vestito, e lieto oltremodo…………. e gli abitanti del posto gli avevano detto che avevano preso alimento da quel bulbo prezioso” , nello stesso documento si riscontra anche un’attività commerciale, infatti viene documentata la vendita di patate per un profitto di circa 4000 ducati.

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Patata di Monte San Giacomo PAT Campania

La coltivazione della patata in questi terreni viene perpetrata da tempi immemori così come le tecniche colturali. Intimamente connessa con la coltivazione di altre specie vegetali, soprattutto cereali e legumi,  di cui tutti i terreni montani erano ricchi, la coltivazione della patata è stata l’unica che ha resistito al progressivo abbandono della coltivazione dei terreni montani. Il prodotto finito è ricercato ed apprezzato da tutto il territorio circostante.

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Sentiero Italia CAI Lazio 10 Carsoli – Paganico Sabino

Carsoli – Paganico Sabino Una tappa di media lunghezza e dislivello, grazie a un percorso con numerosi saliscendi, entra nel territorio della Sabina concludendosi nei pressi del lago artificiale del Turano. Da Carsoli si affronta la prima ascesa di giornata che con alcune perdite di quota raggiunge l’abitato di Collalto Sabino a 940 metri di quota prima di una prima discesa che si conclude presso Mola tra le Vene lungo il corso del torrente Fossa di Riancoli. Una seconda salita ripida porta a oltre 1000 metri alla base della cima della Vena Maggiore dove inizia un lungo traverso a mezzacosta ai piedi delle cime del Monte Cervia e del Colle Pobbio. La tappa si conclude presso la lingua meridionale del lago a Paganico Sabino.

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Sentiero Italia CAI Lazio 09 Cervara – Carsoli

Cervara – Carsoli Con questa tappa lunga ma caratterizzata da dislivello prevalentemente in discesa si abbandonano i Monti Simbruini per raggiungere la piana di Carsoli, circondata dai Monti Carsoleani. Dalla Locanda dell’Orso una breve salita conduce alla sella sotto il Colle Corizzi dove inizia una lunga discesa che tocca gli abitati di Camerata Nuova e Rocca di Botte prima di raggiungere il paese di Pereto dove una risalita porta a svalicare verso la cittadina di Carsoli l’ungo l’autostrada che collega Roma e l’Aquila.

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Sentiero Italia CAI Lazio 08 Livata – Cervara

Livata – Cervara Ultima tappa all’interno del Parco Regionale dei Monti Simbruini che con lunghezza media e dislivello ridotto raggiunge l’abitato di Cervara di Roma con andamento a saliscendi sempre al di sopra dei 1000 metri di quota. Dall’abitato di Monte Livata si imbocca il sentiero in salita che raggiunge i 1591 metri del Monte Calvo. Si prosegue lungo il crinale in direzione nord ovest scendendo all’abitato di Campaegli procedendo parallelamente alla strada carrozzabile fino a monte di Cervara di Roma dove si riprende a salire fino al Rifugio Locanda dell’Orso.

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