Area Marina Protetta CAPO RIZZUTO CALABRIA

Territorio

L’Area Marina Protetta “Capo Rizzuto” rappresenta il proseguimento nelle acque del Mar Ionio delle propaggini più orientali della regione Calabria e più precisamente dell’area conosciuta come Marchesato.

Area Marina Protetta Capo Rizzuto CALABRIA

L’entroterra è costituito da un blando sistema collinare che si stende dalle pendici della Sila fino al mare con altezze che raramente superano i 300 metri s.l.m. . I corsi d’acqua sono relativamente pochi e caratterizzati da bacini idrografici limitati, che nulla hanno a che fare con il sistema idrografico che, prendendo origine dalla Sila, delimita con i due corsi d’acqua Neto e Tacina l’area del Marchesato rispettivamente a Nord e ad Ovest. La zona costiera è caratterizzata dall’alternarsi di promontori e golfi più o meno ampi.

Da Nord: Capo Colonna, Capo Cimiti, Capo Rizzuto, Le Castella rappresentano le digitazioni a mare della regione e racchiudono, all’infuori dell’area compresa fra Capo Cimiti e Capo Rizzuto, caratterizzata da una costa per lo più rettilinea, ampie insenature per lo più con spiagge basse e sabbiose. Solo nell’area compresa fra Capo Rizzuto e Le Castella è presente una piana costiera relativamente estesa.

La geologia dell’intero Marchesato è costituita da sedimenti e rocce di età Plio-Pleistocenica. Si tratta in particolare di argille marine plio-pleistoceniche a cui si vengono a sovrapporre sabbie e conglomerati anch’essi marini attribuiti al solo Pleistocene. Nella piana prima descritta tali depositi sono sormontati da depositi olocenici eolici.

L’intera regione appartiene al settore calabrese settentrionale dell’Arco Calabro limitato a Nord dal fascio delle strutture Sangineto-Basso Crati (ad andamento ENE-WSW) e a S da quello di Catanzaro (ad andamento E-W). Quest’ultime strutture sembrano proseguire con un sistema di faglie sinistre nel Mar Ionio. In generale si può affermare che l’intera area ha subito fenomeni di abbassamento durante il Pliocene e fino al Pleistocene inferiore, per poi risultare soggetta ad un graduale e relativamente veloce sollevamento.

AMBIENTE MARINO

L’A.M.P. “Capo Rizzuto” accoglie diversi elementi di vita e sapienti connubi di forme e colori: tratti di costa rocciosa si alternano a distese di sabbia fine, sino al mare che ospita il patrimonio di flora e fauna dell’area protetta. Il mondo sommerso dell’area marina protetta è caratterizzato da ciliate e secche, che scavate nel mare e dalle correnti, creano labirinti di cunicoli e anfratti ed offrono un perfetto rifugio a molte specie di animali marini, che vivono a bassa, media ed alta profondità, preferendo alcuni i fondali sabbiosi, altri quelli rocciosi.

Tra i pesci che più caratterizzano questi fondali vi sono le cernie, i barracuda, che nei mesi estivi formano banchi argentati, e i curiosi pesci pappagallo. Durante le immersioni il visitatore sarà subito attratto dalle varie specie di ricci: quello Saetta ( Stylocidaris affinis) è sicuramente il più curioso tra i “fratelli” perché ha degli aculei primari lunghi 7-8 cm ed i secondari più corti. E’ possibile ammirare la Stella rossa comune ( Echinaster sepositus) e la Stella serpente ( Ophidiaster ophidianus), osservare il moto ondeggiante dei cespugli di Posidonia Oceanica. Tra gli scogli è possibile riconoscere il Polpo ( Octopus vulgaris), uno degli abitanti più intelligenti del mare.

Dotato sulla sua epidermide di alcune cellule pigmentate, ha la possibilità di mimetizzarsi con l’ambiente circostante. Occhiate, salpe, anemoni di mare, saraghi sono i protagonisti di questo specchio di mare, ma è la Cernia ( Epinephelus guaza) la regina indiscussa del Mediterraneo. Caratterizzata da un curioso fenomeno biologico, nasce femmina e verso i 12-14 anni di vita diventa maschio.

In primavera si avvistano con più frequenza delfini ed esemplari di tartaruga Caretta caretta, che negli ultimi anni sono diventati sempre più assidui. L’AMP Capo Rizzuto continua, a tal proposito, la sua attività volta al recupero e soccorso della Caretta caretta, ormai abituale frequentatrice delle nostre spiagge e del nostro mare. Si tratta della tartaruga più diffusa e comune nei mari italiani e l’uncia che nidifica sulle nostre coste.

La morfologia sottomarina è caratterizzata dal proseguimento in mare delle strutture della terra ferma, risultando perciò estremamente diversificata. Tratti di piattaforma continentale relativamente estesi si succedono ad aree a maggiore pendenza con la piattaforma decisamente ridotta in ampiezza. La piattaforma stessa e la scarpata risultano interessate in corrispondenza di Capo Colonna e di Capo Rizzuto dalle testate di due canyon sottomarini appartenenti al sistema di incisioni che interessano il margine occidentale dei bacini di Crotone e Capo Spartivento. Il passaggio piattaforma scarpata (shelf-break) a seguito dell’articolata morfologia dell’area si presenta estremamente diversificato sia per quanto riguarda la profondità che il suo esatto riconoscimento.

L’A.M.P. “Capo Rizzuto” accoglie diversi elementi di vita e sapienti connubi di forme e colori: tratti di costa rocciosa si alternano a distese di sabbia fine, sino al mare che ospita il patrimonio di flora e fauna dell’area protetta. Il mondo sommerso dell’area marina protetta è caratterizzato da ciliate e secche, che scavate nel mare e dalle correnti, creano labirinti di cunicoli e anfratti ed offrono un perfetto rifugio a molte specie di animali marini, che vivono a bassa, media ed alta profondità, preferendo alcuni i fondali sabbiosi, altri quelli rocciosi.

Tra i pesci che più caratterizzano questi fondali vi sono le cernie, i barracuda, che nei mesi estivi formano banchi argentati, e i curiosi pesci pappagallo. Durante le immersioni il visitatore sarà subito attratto dalle varie specie di ricci: quello Saetta ( Stylocidaris affinis) è sicuramente il più curioso tra i “fratelli” perché ha degli aculei primari lunghi 7-8 cm ed i secondari più corti. E’ possibile ammirare la Stella rossa comune ( Echinaster sepositus) e la Stella serpente ( Ophidiaster ophidianus), osservare il moto ondeggiante dei cespugli di Posidonia Oceanica. Tra gli scogli è possibile riconoscere il Polpo ( Octopus vulgaris), uno degli abitanti più intelligenti del mare.

Dotato sulla sua epidermide di alcune cellule pigmentate, ha la possibilità di mimetizzarsi con l’ambiente circostante. Occhiate, salpe, anemoni di mare, saraghi sono i protagonisti di questo specchio di mare, ma è la Cernia ( Epinephelus guaza) la regina indiscussa del Mediterraneo. Caratterizzata da un curioso fenomeno biologico, nasce femmina e verso i 12-14 anni di vita diventa maschio. In primavera si avvistano con più frequenza delfini ed esemplari di tartaruga Caretta caretta, che negli ultimi anni sono diventati sempre più assidui. L’AMP Capo Rizzuto continua, a tal proposito, la sua attività volta al recupero e soccorso della Caretta caretta, ormai abituale frequentatrice delle nostre spiagge e del nostro mare. Si tratta della tartaruga più diffusa e comune nei mari italiani e l’uncia che nidifica sulle nostre coste.

La bati-morfologia dell’area marina protetta ‘Capo Rizzuto’

L’indagine bati-morfologica della riserva è stata realizzata attraverso l’interpretazione di profili Side Scan Sonar con range compreso fra 00 e 600 metri realizzati nella fascia compresa fra le isobate -10 e -100 metri. I profili, 77 perpendicolari alla linea di costa e 3 paralleli alla medesima, hanno prodotto una serie corrispondente di sonogrammi analogici che opportunamente digitalizzati tramite scanner ad alta risoluzione sono poi stati processati con un software messo a punto dal Laboratorio di geo-informatica dell’unità locale di ricerca del CoNISMa del Dipartimento di Scienze Geologiche e Geotecnologie dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca.

Il programma di elaborazione attraverso l’interazione con i dati relativi alla navigazione (posizione, angolo di rotta ecc. ecc.) opportunamente inseriti in un data base ha consentito di poter riprocessare le immagini ricostruendole in quella che era la loro originale forma durante l’acquisizione. I profili cosi ottenuti sono stati poi utilizzati per la costruzione di un fotomosaico complessivo dell’area suddiviso in 10 Zone in parte fra loro opportunamente sovrapposti con scala 1:5000.

Il fotomosaico delle singole Zone è stato poi importato e georeferenziato utilizzando il programma AutoCAD Map 3 di Autodesk che è servito per la realizzazione grafica delle carte bati-morfologiche. Nel corso di questa fase di interpretazione i dati SSS sono stati integrati con i profili S.B.P. realizzati nello stesso numero e in concomitanza dei profili SSS, utilizzando un trasduttore da 3,5 KHz collegato con un registratore analogico. Infine 33 immersioni, lungo profili scelti in base ai primi risultati dell’indagine SSS, utilizzando un piccolo R.O.V., hanno permesso insieme a 20 campioni prelevati lungo 4 transetti costa-largo (10-100 metri) in aree particolari della riserva, di poter meglio delineare le caratteristiche morfologiche dei fondali individuate tramite il survey geofisico.

La morfologia del fondo è stata poi rappresentata utilizzando la simbologia di Meinesz et al. (1983), solo in parte modificata. In particolare sono stati evidenziati e descritti i substrati rocciosi ed i substrati mobili. Nel Piano Infralitorale i substrati rocciosi sono stati suddivisi sulla base del ricoprimento vegetale (alghe fotofile o Posidonia oceanica); nel Piano Circalitorale, sono stati indicati semplicemente come substrato roccioso.

Per quanto riguarda i substrati mobili si sono evidenziate le loro principali caratteristiche tessiturali e là dove erano presenti sono stati riconosciuti i ricoprimenti vegetali dovuti o a Cymodocea sp. o Posidonia oceanica. Relativamente a quest’ultima ed ai suoi biotopi si sono differenziati: Posidonia oceanica su matte, mosaici di Posidonia oceanica e matte morta (Posidonia degradata), matte morta, Posidonia oceanica su sabbia e come prima descritto su roccia. Inoltre sono state indicate fra parentesi le biocenosi presenti nei diversi biotopi.

Fonte @riservamarinacaporizzuto.it

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