Abete di Douglas, Pseudotsuga menziesii

Caratteristiche botaniche:

Nome comune: Douglasia, Abete di Douglas
Famiglia: Pinaceae
Pianta monoica/dioica: monoica
Portamento: arboreo

Foglie: disposte a spirale lungo il rametto; aghi lunghi fino a 3,5 cm, flessibili, appiattiti, resinosi e aromatici

Fiori: infiorescenze maschili violetto-gialle all’apice dei rami dell’anno precedente; infiorescenze femminili laterali a gruppi di 3, color porpora fino a verde

Frutti: coni cilindrici, penduli, lunghi 5-8 cm, con brattee sporgenti triforcute; prodotti in primavera, maturano in autunno diventando di colore arancio-marrone; i semi alati sono lunghi 5-6 mm

Periodo di dispersione del polline: G F M A M G L A S O N D

Impollinazione: anemofila

È un albero maestoso, tra i più alti per altezza raggiunta nel mondo (dopo la sequoia della California). L’altezza si aggira attorno ai 60–75 m e più mentre la larghezza anche ai 1,5–2 m di diametro. L’esemplare più alto conosciuto è stato nominato “Doerner Fir”, alto 100,3 m, si trova nella zona dell’East Fork Brummit Creek nell’Oregon, il più largo invece è il “Queets Fir”, con un tronco di 4,85 m di diametro, nella Queets River valley, (Parco nazionale di Olympic), stato di Washington. Generalmente vive 500 anni, occasionalmente può raggiungere i 1.000 anni.

La corteccia nei piccoli alberi è sottile, liscia, grigia contenente numerose bolle resinose. Negli esemplari maturi, è spessa 10–30 cm e sugherosa. I germogli vanno dal marrone al verde oliva, diventando sempre più grigio scuro man mano che l’età aumenta. I germogli hanno una forma conica molto particolare: lunghi circa 4–8 mm, con squame rosso brune. Le foglie sono disposte a spirale: gli aghi lunghi fino a 3,5 cm sono diritti, flessibili, appiattiti, resinosi e gradevolmente aromatici, verdi di sopra e grigiastri di sotto, che, se strofinate, emanano un caratteristico odore di limone. La corteccia contiene fino al 18% di tannino e al 6% di zuccheri.pigna matura

I coni femminili quando sono maturi pendono dai rami e sono lunghi 5–11 cm quando sono completamente aperti, circa 2–3 cm quando sono chiusi. Si formano in primavera e dapprima sono di colore verde, ma durante la maturazione, che si completa in circa 7 mesi in autunno, diventano di colore marrone. I semi sono lunghi circa 5–6 mm e spessi 3–4 mm. Il coni maschili contenenti il polline sono lunghi 2–3 cm e disperdono il polline giallo in primavera.

Gli individui isolati hanno forma piramidale, mentre all’interno delle grosse foreste gli individui anziani hanno una forma tipica conica con un tronco scoperto di circa 20–40 m: infatti gli esemplari giovani hanno i rami inferiori che sfiorano quasi il terreno, poiché l’auto potatura è molto lenta. Statisticamente ci vogliono 70-80 anni affinché si abbia un tronco libero di 5 m e circa 100 anni per un tronco libero di 10 metri. La produzione di semi comincia attorno ai 20-30 anni, poiché negli anni precedenti è scandita da cicli irregolari che portano talvolta all’assenza di produzione di semi, talaltra (generalmente ogni 5-7 anni) a una massiccia produzione. All’interno di ogni pigna sono custoditi dai 25 ai 50 semi. La forma dei semi è variabile, il numero dei semi puliti ammonta a circa 70-88/g.

Il primo impianto italiano documentato è quello del parco botanico sperimentale del Pinetum a Moncioni nel comune di Montevarchi. Nella foresta demaniale di Vallombrosa, in Toscana, popola varie particelle tra cui quella del Metato, in cui la specie annovera esemplari che superano i 50 metri di altezza (Botanica Forestale – I Gimnosperme – Romano Gellini e Paolo Grossoni). È presente nelle zone montane fresche e umide dello stivale, solo sotto forma di rimboschimento (essendo una specie alloctona) dal Casentino alla Basilicata, dalla Campania al Trentino-Alto Adige. Questa specie arborea ormai è largamente diffusa e si è introdotta perfettamente nell’habitat italiano. Ve ne sono esemplari anche nella riserva naturale di Vallombrosa nel comune di Reggello in provincia di Firenze.

Biancospino, Crataegus monogyna

Presso siti archeologici risalenti al Neolitico si sono rinvenuti semi dei frutti del Biancospino, questo fa ritenere che fossero consumati come alimento.
Nell’antica Grecia e a Roma il Biancospino era considerato una pianta fortemente simbolica legata alle idee di speranza, matrimonio e fertilità. I romani lo dedicarono a Maia, dea del mese di maggio e…

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