Pomodoro del Cavallino PAT Veneto

La coltivazione della pianta del pomodoro fu introdotta in Europa dagli Spagnoli nel XVI secolo, ma non come ortaggio commestibile, bensì come pianta ornamentale, ritenuta addirittura velenosa. Non è ben chiaro come e dove, il frutto esotico di una pianta ornamentale, accompagnata da un alone di mistero e da una serie di credenze e dicerie popolari, comparisse sulla tavola di qualche coraggioso, oppure affamato, contadino, ma resta il fatto che già dal XVII secolo si hanno le prime notizie sull’uso alimentare di questo ortaggio. Il pomodoro è presente nel litorale del Cavallino da alcuni secoli, anche se un tempo era prevalentemente coltivato, dai mezzadri e dai coloni, per l’autoconsumo o come particolarità gastronomica per i nobili veneziani proprietari dei terreni. Fu però a seguito dell’alluvione del 1966, causa principale dell’estinzione delle colture da frutto ed in particolare del pesco, che il pomodoro divenne il protagonista dell’agricoltura locale; divenuto per la precocità della produzione e il gusto particolarmente gradevole conosciuto e apprezzato nei maggiori mercati del nord Italia.

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Pòm prussian PAT Veneto

La tradizione orale è concorde nell’indicare in un gruppo di minatori, costretti ad abbandonare la Prussia in una tarda primavera di fine Ottocento, gli artefici dell’introduzione della mela prussiana a Faller; al loro rientro i minatori portarono le marze di alcune piante da frutto, probabilmente attratti dalle dimensioni e dal colore di quelle varietà forestiere, che si affiancarono a quelle già presenti nella zona. Poiché era il primo tentativo di impianto, per sicurezza l’esperimento fu iniziato sulle alture più basse di Faller, attorno ai 500 m s.l.m., nella località Terna; da qui la mela si propagò su tutto l’altipiano sovramontino, dove tutt’ora è possibile vedere le piante più antiche nelle località di Faller: nella Vandelle, a Terna, a Noaia, a Col Maor a Fudere e nelle Cesure.

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7 settembre – Giornata internazionale dell’aria pulita per cieli azzurri

L’aria pulita è importante per la salute e la vita quotidiana delle persone, mentre l’inquinamento atmosferico è il più grande rischio ambientale per la salute umana e una delle principali cause evitabili di morte e malattie a livello globale. L’inquinamento atmosferico colpisce in modo sproporzionato donne, bambini e anziani e ha anche un impatto negativo sugli ecosistemi. Oggi la comunità internazionale riconosce che il miglioramento della qualità dell’aria può migliorare la mitigazione dei cambiamenti climatici e che gli sforzi di mitigazione dei cambiamenti climatici possono migliorare la qualità dell’aria.

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