Lamponi sciroppati PAT Marche

Lamponi in sciroppo zuccherino, dal sapore gradevolmente dolce-acidulo. Il lampone (Rubus idaeus) è un arbusto appartenente alla famiglia delle Rosacee. Il fusto, ramoso, è alto 60-180 cm. Ha foglie verdi nella pagina superiore e bianco-tomentose sulla pagina inferiore. I fiori sono riuniti in corimbi laterali bianchi che compaiono il secondo anno in primavera-estate. I frutti, la cui maturazione inizia il luglio e si protrae sino a settembre, sono di un colore rosa carico, appena pelosi, formati da tante piccole drupe strettamente unite tra loro.

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Villa Lazara Pisani La Barbariga a Stra (VE)

Le prime notizie su Villa Pisani Barbariga risalgono alla seconda metà del Cinquecento, quando, nel 1581, Marco Pisani, del ramo detto dal Banco, dichiara al fisco di possedere in località Fiessetto di Stra un possedimento fondiario di otto campi con casa dominicale, orto e brolo, acquistato in precedenza dagli eredi di Flaminio Mazza. Per i decenni seguenti, i documenti rimasti attestano la costante frequentazione della villa da parte della famiglia.

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Sentiero Italia CAI Trentino Alto Adige C05 Mocenigo di Rumo – Fondo

Mocenigo di Rumo – Fondo Da Mocenigo si raggiunge la frazione soprastante di Lanza (1108 m), che domina il territorio di Rumo, e poi al Maso Stasal (1290 m) dove si prosegue entro il bosco su strada forestale che conduce al Passo Fresna (1456 m). In un paesaggio tipicamente sudtirolese si traversa al paese di Proves (1422 m) con la sua bella chiesa e la vicina piazza. Per l’itinerario 3, alternando tratti su strada e sentiero, si va ai masi di Matzlaun e ad immettersi sulla strada provinciale che collega l’enclave sudtirolese alla Val d’Ultimo. Ripreso il sentiero 3 si sale decisamente alla Malga Lauregno (1780 m), splendido punto panoramico e punto di ristoro. Scollinata la larga dorsale del Monte Sous, si discende per una valletta boscosa nella conca della Prieda dal Ghial (1698 m) dove transita la strada sterrata che percorreremo lungamente fino in località Regola dove si trova il ristorante Arnica (1246 m). Segue un altrettanto lungo tratto su strada asfaltata che passa dal paese di Castelfondo (autolinea per Fondo) col suo castello (non visitabile) e dal Ponte Alto (819 m) sulla stretta e profonda forra del Rio Novella. Con segnavia 522 si torna a salire per una stradina che taglia le curve della strada statale che conduce al soprastante paese di Fondo (987 m) con il suo bel centro. E’ possibile raggiungere Fondo anche attraverso la più interessante deviazione attraverso il sentiero attrezzato del Mondino (segnavia 522) che dalla frazione di Dovena (poco a monte di Castelfondo) permette di visitare la forra del Torrente Novella e di arrivare in paese passando dal Lago Smeraldo col suo sentiero di visita

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Granita con pesche di Montelabbate – grattamarianna PAT Marche

La granita ha carattere cremoso, presenta pezzi di frutta di dimensioni di circa 1 cm che, insieme al succo della frutta, sono amalgamati insieme con zucchero e acqua. Il prodotto si presenta di colore giallo, variabile a seconda del colore delle pesche. A differenza delle solite granite, ottenute con ghiaccio tritato e sciroppo, il ghiaccio non viene utilizzato. La procedura di lavorazione prevede inizialmente la snocciolatura delle pesche di Montelabbate e la loro riduzione, in parte in piccoli pezzi di frutta, ed in parte in succo; il tutto si amalgama con zucchero e acqua. Si procede poi alla mantecazione fino al raggiungimento di uno strato cremoso ad una temperatura di circa – 15° C.

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Germogli di vitalba sott’olio PAT Marche

Le cimette di vitalba sono tenere e fragili; se cotte per troppo tempo, tendono a disfarsi; mantenute sott’olio, conservano la loro consistenza e un delicato sapore. Materia prima utilizzata: germogli di vitalba, acqua, succo di limone, olio, sale, pepe, aglio e prezzemolo. I germogli di vitalba tagliati in pezzi di due o tre cm vengono messi a bagno con acqua e succo di limone. Si fanno poi cuocere nell’olio con sale, pepe, aglio e prezzemolo. Quando sono ben cotti e l’acqua si è riassorbita si mettono nei vasi chiudendoli ermeticamente. Il prodotto viene preparato in primavera.

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Germogli di tamaro sott’olio PAT Marche

Materia prima: germogli di tamaro, aceto, vino, aglio, piante aromatiche e olio. I germogli primaverili del tamaro hanno solitamente un gusto amaro e non del tutto piacevole che però perdono se associati ad altre erbe di gusto più mite, come accade appunto conservandoli sott’olio. I germogli, privati della punta e delle tenere foglioline laterali, vengono scottati per alcuni minuti in aceto diluito con vino. Si lasciano asciugare per qualche ora, si condiscono con aglio e altre piante aromatiche e si mettono sott’olio. Il prodotto si prepara in primavera e matura in un mese circa.

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Sentiero Italia CAI Trentino Alto Adige C04 Malga Bordolona di Sopra – Mocenigo di Rumo

Malga Bordolona di Sopra – Mocenigo di Rumo Dalla Malga Bordolona di sopra (2088 m) per il sentiero 133B si cala per lungo traverso fra pascoli e lariceti a Malga Preghena di sotto (1925 m – agritur) quindi per l’itinerario 115B si cala ancora fra i boschi per la Val Malgazza fino sul fondo della incassata Val di Bresimo. Passati dalle frazioni di Bagni (un tempo centro termale) e poi di Fontana (1039 m) si arriva a Bevia, centro principale dove si trova un negozio alimentari e un piccolo ristorante a locanda). Qui inizia il sentiero 149 che sale al grande edificio del Maso di Castel Basso, passa dai ruderi del castello di Altaguarda (1273 m), punto panoramico sulla Val di Non, dalla sella Bassetta Giovel (1580 m) e arriva alla Malga Stablei (1768 m). Da questo bel punto di osservazione sulle Maddalene, si discende per il ripido sentiero 148 a Fontane (1099 m) sul fondo della Val Lavazzè per raggiungere comodamente Bagni di Mocenigo uno degli abitati che formano il comune di Rumo.

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Farro triticum dicoccum PAT Marche

Pianta resistente e rustica, ha spiga compatta con lemmi aristati e due file di spighette unite al rachide. L’altezza della pianta è mediamente 130 cm. La cariosside ha una dimensione simile a quella di un chicco di grano, forma ovoidale, a frattura bianca farinosa e rivestita dalle glume e dalle glumelle che, essendo aderenti, rendono necessaria l’operazione della brillatura.

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Farina di granoturco quarantino nostrano del maceratese – di Treia PAT Marche

Il granoturco quarantino nostrano del Maceratese o di Treia (a 8 o a 12 file) nelle sue versioni “giallo” o “rosso scuro”, appartiene ad una varietà locale a impollinazione libera tradizionale. Tale pianta pertanto non la si può considerare ibrido, né modificata geneticamente, (da qui il termine “nostrano” che le popolazioni locali riservano a tale pianta), come risulta dall’attestato rilasciato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore – Facoltà di Agraria di Piacenza – Istituto di Botanica e Genetica Vegetale.

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