Il ritorno della Foca Monaca nei mari di Lampedusa!

Foca Monaca Ma il “Vitello di mare” (così veniva chiamato in passato), o “Vòio marinu” (“Bue marino”) come la chiamano ancora oggi i Lampedusani, ha un legame antico con l’isola. Nel 1832 il botanico Giovanni Gussone riferiva che a Lampedusa ”in alcune grotte della costa vi soggiornano i vitelli marini”. Nel 1843 il Capitano di fregata Bernardo Sanvisente scriveva in un suo rapporto che a Lampedusa “le foche, dette volgarmente vitelli marini, riposano nelle grotte situate nella parte di levante”.

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Albero di Giuda, Cercis siliquastrum

Il nome “Albero di Giuda” invece, è riferito alla regione della Giudea, nel Vicino Oriente, da dove originerebbe, e da presso la quale si diffuse in tutto il Bacino del Mediterraneo. Grazie anche alla sua zona di origine e alla intensa fioritura approssimativamente in tempo di Pasqua, antiche leggende, legate al primo Cristianesimo, nacquero per rappresentare simbolicamente alcune vicende degli ultimi giorni di Gesù nei Vangeli. Il repentino apparire dei fiori di un intenso colore lilla-violaceo sulla nuda corteccia, ancor prima delle foglie, rappresenterebbe simbolicamente il tempo della Passione di Gesù, così come il colore dei paramenti liturgici cristiani relativo ad esso. Più in particolare, la pianta sarebbe legata all’episodio presso il quale, sotto questo albero, lo stesso Giuda Iscariota avrebbe dato il famoso “bacio” traditore a Gesù e, più tardi, tormentato dal rimorso, vi si impiccò.
La forte diffusione di questa credenza pare suggerire che il siliquastro avesse comunque un particolare significato, sempre di carattere passionale, anche presso alcuni culti precristiani europei.

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Villa Medicea Reale di Castello ed il suo Giardino all’ITALIANA

Numerosi sono gli architetti e gli artisti che lavorarono in Villa in questo periodo, ma coloro i quali lasciarono una traccia più profonda del loro operare furono senza dubbio Niccolò Pericoli detto il Tribolo, Giorgio Vasari e Bernardo Buontalenti. Fornire un aspetto unitario al rinnovato complesso e fondere i diversi ampliamenti in un disegno coerente fu certamente impresa non agevole, soprattutto perché gli interventi dovevano fare i conti con i numerosi vincoli imposti dalle preesistenze e dal contesto.

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Angelica, Arcangelica

Largamente usata in passato nella medicina popolare. Molto apprezzata per le sue proprietà tanto da esserle attribuito il nome di “Erba degli angeli” e successivamente “Angelica”. Si narra che l’arcangelo Raffaele sia apparso nei sogni si un uomo, il cui paese era afflitto dalla peste, e abbia rivelato le proprietà di questa pianta. L’uomo seguì le indicazioni dell’arcangelo e la popolazione riuscì così a superare la malattia. Da quel momento in poi l’Angelica fu utilizzata per la cura di malattie infettive, per purificare il sangue e per altri svariati disturbi.

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Altea

L’altea è una pianta molto conosciuta ed usata fin dall’antichità, infatti al suo nome è stato dato il significato di “guarigione” proprio per il suo largo uso nella medicina tradizionale. Veniva usata per il suo potere emolliente e lenitivo, spesso usato per frizionare le gengive sensibili dei bambini durante la comparsa dei primi dentini.

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Abruzzo
CAROTA DELL’ALTOPIANO DEL FUCINO IGP

La coltivazione della Carota nell’Altopiano del Fucino risale al 1950, quando i primi agricoltori notarono non solo la rendita economica del prodotto, ma anche i benefici che la coltivazione apportava al terreno. II Fucino ha trovato nella «Carota dell’Altopiano del Fucino» la sua coltura trainante, grazie anche alle peculiarità che il territorio stesso riesce a trasmettere al prodotto.

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CAROTA DELL’ALTOPIANO DEL FUCINO IGP

Carrubo, Ceratonia siliqua

Il carrubo (Ceratonia siliqua L., 1753) è un albero da frutto appartenente alla famiglia delle Fabaceae.
La coltivazione del carrubo, che si perde nella notte dei tempi, è diffusa in special modo in Nord Africa, Grecia e Cipro e, con minore estensione, in Spagna, Italia meridionale e Albania. In Italia lo troviamo soprattutto in Sicilia, anche se la rilevanza economica di questa produzione è purtroppo in declino. Comunque esistono tuttora importanti carrubeti nel ragusano e nel siracusano; in queste zone sono ancora attive alcune industrie, che trasformano il mesocarpo del carrubo in semilavorati, utilizzati nell’industria dolciaria e alimentare. Con le sue coltivazioni la provincia di Ragusa copre circa il 70% della produzione nazionale.

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Giardino all’ITALIANA

Il giardino all’italiana, detto anche giardino formale, è di ispirazione classica tardo rinascimentale e rappresenta l’evoluzione del giardino medievale. Originariamente, in epoca medievale, il giardino italiano era pensato quasi esclusivamente per essere utile, attraverso la coltivazione di frutta e verdure. Ma dal Quindicesimo secolo in avanti il giardino inizia a diventare un luogo di piacere e di svago e attraverso l’inserimento di elementi architettonici di ispirazione romana, il prato italiano diventa immagine di ordine e simmetria. Se il giardino del Medioevo era solo utilità, nel Rinascimento diventa bellezza e armonia, luogo di passatempi e di riunioni.

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